Una misura introdotta con il taglio di 25 centesimi al litro sulle accise dei carburanti, dal decreto anti-rincari di venerdì scorso, per supportare le spese per i carburanti è il bonus benzina. Vediamo di seguito come funziona:

Si tratta di un buono, dal valore di 200 euro, che le aziende possono concedere ai propri dipendenti per attenuare l’impatto di una delle voci di spesa più impattanti delle ultime settimane delle famiglie dei lavori. 

Il sostegno governativo prevede che “l’importo del valore di buoni benzina o analoghi titoli ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di euro 200 per lavoratore non concorre alla formazione del reddito”. In pratica, così come accade per altri benefit di welfare aziendale, il bonus benzina che viene dalle aziende ai lavoratori dipendente non viene considerato retribuzione e, quindi, non viene sottoposto a tassazione o a contribuzione. Trattandosi di 200 euro netti sia per il datore di lavoro che per il dipendente la misura risulta vantaggiosa per entrambi i soggetti.

E’ molto probabile che i dettagli dell’erogazione del bonus benzina vengano regolati nell’ambito di accordi tra imprese e sindacati, ma non è da escludere che le aziende concedano il benefit carburanti unilateralmente.