Scriviamo questo articolo a distanza di qualche ora dall’amara sconfitta di Cesena, poichè, ne siamo consapevoli, a caldo avremmo potuto essere molto ma molto pesanti. Adesso, non che le cose siano molto cambiate ma, si sa, il tempo gioca sempre a favore della riflessione. Forse….
Qualora vi fossero stati ancora dei dubbi, bisogna ammettere che questa squadra non ci crede. Non crede alla conquista degli spareggi promozione, non crede nella possibilità di fare un “miracolo” calcistico che troppe volte abbiamo sperato. No, assolutamente. Una squadra che ci crede, pur prendendo un gol incredibile al primo della ripresa, nei restanti 50 minuti di gioco avrebbe fatto fuoco e fiamme pur di conquistare un risultato positivo che avrebbe avuto valore inestimabile ai fini della classifica.
Una squadra assente, non pervenuta, sfatta atleticamente (alla faccia del turnover), che ha letteralmente regalato i tre punti agli avversari con una prestazione insulsa.
Diciamolo francamente. Una squadra che vuole giocarsi i playoff nel miglior modo possibile e che vuole vincerli non può approcciarsi agli spareggi con una mentalità così perdente e con continui blackout di concentrazione specialmente nei secondi quarantacinque minuti di gioco.
Che si ricordino, qualora se lo fossero dimenticato, che nelle partite secche come quelle degli spareggi basta anche un solo errore per mettere la parola fine ad ogni speranza. Figuriamoci tempi interi di assenza mentale e fisica.
Signori, oggi abbiamo assistito ad una vera e propria passeggiata. Non uno straccio di reazione alla sconfitta interna di giovedì, non uno scatto di orgoglio vedendo avversari sulla carta battibili che però in campo hanno messo il cuore e la determinazione.
Questo Palermo ha fallito, ha fatto peggio del tanto vituperato Palermo di Corini ed ha trovato in Dionisi il capro espiatorio che , almeno fino ad oggi, ha fatto comodo, molto comodo . Nessuno, invece, è esente da colpe specialmente se assistiamo a prestazioni sconcertanti e impalpabili come quella di oggi pomeriggio al “Manuzzi” di Cesena.
Questa è una squadra completamente allo sbando, incapace di un benchè minimo scatto di legittimo orgoglio.
Dionisi non è l’unico responsabile ma ha una gran bella fetta di responsabilità davanti a questo scempio. D’altronde è lui che guida la squadra da luglio scorso, è lui che avrebbe dovuto darle un’anima, è lui che avrebbe dovuto prendere delle decisioni di polso che avrebbero fatto solo il bene del Palermo.
Invece no. Ha preferito andare avanti così, ne carne, ne pesce, accettando questo tipo di prestazioni passivamente, non trovando adeguati rimedi e, anzi, in certe occasioni aggravandone la posizione con scelte alquanto indecifrabili a livello tecnico tattico.
Poco importa che i playoff siano a rischio visto che molte delle inseguitrici hanno vinto ma , alla luce di quanto abbiamo l’ “onore” di vedere da parecchi mesi, non crediamo che in un mese le cose e le situazioni possano capovolgersi ed il brutto anatroccolo diventare un cigno meraviglioso. Alle favole abbiamo smesso di credere da tempo.
Il Palermo targato Sensi, nel campionato 2000-2001, esonerò Giuliano Sonzogni a due partite dal termine della stagione. Una soluzione estrema, di una società comunque vicina e attenta alle dinamiche del campionato. Un tentativo disperato ma che, accoppiato anche ad una buona dose di fortuna ( rigore parato dall’irpino Sansonetti a Vittorio Torino del Messina al 90′ di un incredibile incontro), diede la scossa giusta per approdare direttamente in serie B contro ogni pronostico.
Altri tempi, altra pasta di atleti ma crediamo che, ad oggi, sia l’ultima carta da giocare, l’extrema ratio che, in ogni caso, inchioderebbe i giocatori alle loro responsabilità, togliendo il comodo alibi che li accompagna da inizio stagione.
” Il medico pietoso fa la piaga verminosa” e mai come quest’anno un proverbio del genere ha trovato perfetta applicazione nel kafkiano campionato del Palermo edizione 2024-25.
Che brutta partita, oggi, giocata a ritmi assai blandi da entrambe le compagini. Una formazione troppo sperimentale, anche se in fin dei conti un certo turnover poteva starci, che si è comunque consegnata ad un avversario che non vinceva da due mesi, che ha trovato il gol vittoria grazie ad una rete di Saric, troppo presto ripudiato dal Palermo al mercato di gennaio, ed in barba ad uno sterile possesso palla (61 per cento contro 39 del Cesena che ha ancora una volta evidenziato che nel calcio vince chi è concreto e non chi si specchia in se stesso).
Quattordici sconfitte stagionali. Suvvia, come si può pensare di essere promossi in serie A perdendo così tanto?
Cosa resta a fine match ed alle porte degli ultimi due impegni di campionato? Tanta tristezza. Nel cercare le cause di cotanta situazione rischiamo di andare fuori di testa. Problemi atletici? Mentali? Tecnici?
Speriamo con tutto il cuore che la dirigenza ne tenga conto e che faccia giuste riflessioni che, sia chiaro, oltre il tecnico devono riguardare anche la squadra. Che si tenga conto della passione, dell’amore di una tifoseria troppe volte delusa e calpestata da prestazioni come quella di oggi.
CESENA: Klinsmann 7; Piacentini 6 (dal 16′ s.t. Ciofi 6), Prestia 7, Mangraviti 6,5 (dal 41′ s.t. Pieraccini s.v.); Ceesay 6,5 (dal 41′ s.t. Donnarumma s.v.), Calò 6,5, Berti 6 (dal 33′ Antonucci s.v.), Saric 6,5, Celia 5; Bastoni 5 (dal 33′ s.t. Mendicino s.v.); Shpendi 6.
PALERMO: Audero 6; Diakité 4 (dal 37′ s.t. Di Mariano s.v.), Magnani 5, Nikolaou 5; Pierozzi 6, Gomes 5, Ranocchia 4,5 (dal 30′ s.t. Insigne s.v.), Lund 5 (dal 13′ s.t. Di Francesco 5,5); Le Douaron 5,5 (dal 13′ s.t. Brunori 5,5), Verre 5 (dal 13′ s.t. Segre 5); Pohjanpalo 5.