Dopo Sutri, Volterra e Modica, dal 2 al 21 agosto il teatro Greco di Eraclea Minoa ospita la prestigiosa rassegna

Lo spettacolo dal vivo rappresenta un importante strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e storico; allo stesso tempo, il paesaggio monumentale e archeologico costituisce uno spazio ideale per la creazione artistica perché ne esalta gli aspetti salienti e ne amplifica la portata. Da questa visione è nata nel 1999 la rete dei TEATRI DI PIETRA, che promuove una creazione drammaturgica contemporanea in splendidi siti archeologici poco conosciuti e che oggi ritorna con un nuovo calendario a far rivivere teatri e anfiteatri antichi in molte regioni italiane: l’anfiteatro di Sutri e quello di Santa Maria Capua Vetere, il teatro romano di Volterra, il parco archeologico di Lilibeo, e molti altri, in un calendario fitto di eventi che si è chiuso in forte ritardo per la complessa riorganizzazione degli spazi post pandemia.

“Lo spazio di un teatro antico non è un contenitore, tanto meno un fondale”, spiega Aurelio Gatti, direttore artistico di Teatri di Pietra; “è un incubatore formidabile in cui, grazie allo spettacolo, si realizza una straordinaria alchimia tra il luogo ed il suo territorio, la creazione e la cittadinanza riunita. In questa ottica i nostri spettacoli non sono finalizzati ad intrattenere consumatori culturali, fruitori temporanei, ma a rigenerare una comunità che si riconosce nel territorio e nella sua storia”.

Tanti i siti archeologici e monumentali che riaprono al pubblico, in sicurezza. Dopo l’esordio il 10 luglio nel Lazio con l’anfiteatro di Sutri, e poi con il teatro di Volterra, le rappresentazioni sono proseguite presso il Chiostro di S. Maria del Gesù a Modica e presso il Parco archeologico di Lilibeo. Dal 2 agosto è la volta di Eraclea Minoa, dove andranno in scena “Tempesta” a cura di Sebastiano Tringali; il 5 agosto “Arianna nel labirinto” di Manuel Gilberti; l’8 agosto “Infiniti mondi da Giordano Bruno con la drammaturgia di Mario Brancaccio; il 21 agosto infine chiude la rassegna “La donna a tre punte” di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale.

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