Elio Germano, Fabio e Damiano D’Innocenzo ma anche Paolo Taviani e Luca Marinelli. Il buon cinema italiano c’è e gode di ottima salute

Si è chiuso il Festival di Berlino 2020, arrivato alla sua 70esima edizione e condotto per la prima volta da Carlo Chatrian, giornalista e scrittore italiano, già direttore artistico del Locarno Festival. In giuria anche Luca Marinelli, oltre a Jeremy Irons, Bérénice Bejo e Kenneth Lonergan. La presenza di Marinelli in giuria è solo il primo dei riconoscimenti che la Berlinade ha assegnato al cinema italiano che ha premiato anche Elio Germano e i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo. Grande novità della kermesse è stata “On trasmission” la speciale sezione all’interno della quale sette importanti registi, e già premiati con l’Orso, hanno portato un ospite per presentare i film che fanno parte della storia della manifestazione e con i quali riconoscono affinità. Tra gli invitati c’è stato Paolo Taviani, già vincitore dell’Orso nel 2012 con “Cesare deve morire” diretto assiem al fratello Vittorio, scomparso nel 2018, che ha voluto al suo fianco Carlo Sironi, che ha esordito nel 2019 con Sole, un film essenziale e al tempo stesso potente, che racconta un tema difficile come la maternità surrogata.

Assente, ma non per vezzo o protesta, il vincitore dell’Orso d’Oro. Si tratta di Mohammad Rasoulof che ha presentato al festival il suo There is no evil.. Il regista iraniano non ha potuto presenziare nè alla rassegna tantomeno alla premiazione perchè perseguitato dal governo del suo paese, tanto che gli è stato impedito di viaggiare e, quindi, di essere a Berlino per presentare il suo lavoro. Il film racconta quattro storie, che in maniera complementare diventano spunti per riflettere su alcune tematiche di grande importanza: dalla difficoltà di esprimere la libertà individuale alla pena di morte. È un film in cui i personaggi sono chiamati a ragionare sulla moralità delle loro azioni e, nonostante i 150 minuti di durata, è un lungometraggio coinvolgente e capace di appassionare.

Il gran premio della giuria è stato assegnato a Eliza Hittman per il suo Never rarely sometimes always, mentre a Elio Germano è andato il riconoscimento come miglior attore per “Volevo solo nascondermi” di Giorgio Diritti e a Paula Beer il premio come miglior attrice per “Undine” di Christian Petzold.

Ecco tutti i vincitori della 70esima edizione della Berlinale:

ORSO D’ORO
Sheytan Vojud Nadarad (There is no evil)

ORSO D’ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA
Never Rarely Sometimes Always

ORSO D’ARGENTO MIGLIOR REGIA
Hong Sang-soo (The Woman Who Ran)

ORSO D’ARGENTO MIGLIORE ATTRICE
Paula Beer (Undine)

ORSO D’ARGENTO MIGLIORE ATTORE
Elio Germano (Hidden Away)

ORSO D’ARGENTO MIGLIOR SCENEGGIATURA
Damiano & Fabio D’Innocenzo (Bad Tales – Favolacce)

ORSO D’ARGENTO MIGLIOR CONTRIBUTO ARTISTICO, COSTUME O DESIGN
Jurgen Jurges  (Dau. Natasha)

ORSO D’ARGENTO PREMIO SPECIALE 70ESIMA EDIZIONE BERLINALE
Delete History

BERLINALE DOCUMENTARY AWARD
Irradiated

GWFF BEST FIRST FEATURE AWARD
Los Conductos

GOLDEN BEAR BEST SHORT FILM
T, di Keisha Rae Witherspoon

SILVER BEAR JURY PRIZE SHORT FILM
Filipiñana

SHORT FILM AWARD
Genius Loci

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