Un commento “a mente fredda” su Palermo – Pescara 5-0 deve andare oltre l’euforia del risultato, cercando di analizzare con lucidità ciò che si è visto in campo e cosa può significare per il prosieguo della stagione.
Il Palermo, fatto salvo un primo tempo giocato ad intermittenza, ha dominato in ogni fase del gioco: intensità, aggressività, organizzazione e qualità tecnica sono state evidenti. La squadra di Inzaghi ha finalmente mostrato un’identità chiara e una condizione atletica superiore.
Il pressing alto e il recupero immediato del pallone hanno schiacciato il Pescara, squadra spaesata e vulnerabile che per quanto visto ieri sera al “Barbera” farà parecchia fatica a salvarsi, nella propria metà campo, impedendogli di impostare.
Cinque gol non arrivano per caso: la coralità del gioco offensivo, con sovrapposizioni sulle fasce e inserimenti dei centrocampisti, ha messo in difficoltà la difesa abruzzese per tutta la partita. La lucidità sotto porta, spesso mancata in altre occasioni, è stata invece un punto di forza decisivo anche se nel primo tempo è mancato quel qualcosa in più per chiudere la contesa sin dai primi 45 minuti, vero Le Douaron? Dopo alcune prestazioni altalenanti, un successo così netto può certamente rappresentare una svolta psicologica dopo un periodo più di ombre che di luci: aumenta la fiducia e rafforza la convinzione nei propri mezzi. Tuttavia, bisogna evitare eccessi di entusiasmo — le goleade, per quanto belle, contano solo se seguite da continuità.
Il Palermo deve capitalizzare questa prestazione, trovando continuità e non accontentandosi. In prospettiva, restiamo sempre dell’idea che se la squadra vuole ambire alla promozione diretta, deve essere migliorata ulteriormente con innesti di qualità a gennaio che possano servire a dare a mister Inzaghi quelle necessarie alternative che, man mano andrà sviluppandosi la storia del campionato, saranno fondamentali e necessarie per tenere botta contro le altre antagoniste.
Tornando alla gara di ieri non possiamo non notare che la presenza di Bani al centro della difesa è stata vera panacea per tutto il resto della squadra, che Pierozzi tornato al ruolo che più predilige come esterno di centrocampo può essere devastante, che Augello e Palumbo hanno giocato la vera prima gara da leader e che finalmente, dopo circa sei mesi, Matteo Brunori è tornato al gol. Abbiamo bisogno delle sue realizzazioni e delle sue presenze. Il Palermo che ha travolto il Pescara è stato specialmente nel secondo tempo una macchina perfetta. Con lucidità, intensità e qualità, i rosanero hanno imposto la propria legge dal primo all’ultimo minuto, trasformando una sfida potenzialmente insidiosa in una serata di festa. Ma al di là dei cinque gol, ciò che resta impresso è la sensazione di superiorità assoluta in ogni fase del gioco.
Un Palermo corto, aggressivo, ordinato. Il pressing alto ha soffocato ogni tentativo di costruzione del Pescara, mentre il palleggio è stato rapido e preciso. Il centrocampo ha dominato, le corsie laterali hanno spinto con costanza, e davanti ogni occasione è stata trasformata in un pericolo concreto.
E’ stata una vittoria costruita collettivamente, con tutti i reparti coinvolti. È il segnale di una squadra che, quando gioca con fiducia, può mettere in difficoltà chiunque. Per questo sarebbe un vero peccato non rinforzarla con un altro sforzo a gennaio.
Guai però a pensare che il peggio sia alle spalle. La B è un campionato lungo che va affrontato con la giusta mentalità gara dopo gara. La goleada del Barbera non deve illudere, ma può rappresentare una svolta. Il Palermo ha mostrato di avere qualità, profondità e potenziale per ambire in alto — a patto che questa prestazione diventi il punto di partenza per una serie di risultati convincenti, a cominciare da sabato prossimo a Castellammare di Stabia. Le stagioni non si costruiscono in una notte, ma certe notti possono segnare una rinascita.
Le pagelle.
PALERMO: Joronen 6,5, Bereszynski 7 (dal 33′ s.t. Diakitè 7), Bani 8 (dal 19′ s.t. Peda 6,5), Ceccaroni 6,5; Pierozzi 8, Palumbo 7 (dal 33′ s.t. Vasic 6,5), Ranocchia 6,5, Gomes s.v. (dal 16′ p.t. Segre 7), Augello 7,5, Le Douaron 5 (dal 1′ s.t. Brunori 7), Pohjanpalo 7.
PESCARA: Desplanches 6, Capellini 5, Brosco 4, Corbo 4; Letizia 5,5 (dal 29′ s.t. Sgarbi s.v.), Brandes 4,5 (dal 22′ s.t. Squizzato 6), Valzania 5 (dall’11’ s.t. Cangiano 5), Dagasso 5,5, Corazza 4,5 (dall’11’ s.t. Okwonkwo 5,5); Caligara 5 (dal 22′ s.t. Meazzi 5), Di Nardo 5.