Dopo la prima sconfitta stagionale, il Palermo torna al Barbera per affrontare il Monza nella prima di due sfide casalinghe consecutive. I brianzoli, diretti concorrenti nella corsa alla promozione, hanno approfittato dell’ultimo turno per scavalcare i rosanero in classifica, portandosi a +1.

Inzaghi propone il 3-5-2 con Joronen tra i pali, in difesa Pierozzi, Peda e Ceccaroni, a centrocampo Diakité, Segre, Ranocchia, Gomes e Augello; Le Douaron e Pohjanpalo coppia d’attacco.

Al 2’ episodio molto dubbio nell’area del Monza, Pessina respinge il pallone con la mano, ma l’arbitro lascia correre e il VAR non interviene. All’8’ è Pohjanpalo a provarci con una gran conclusione dalla distanza, ma Azzi salva in extremis deviando in calcio d’angolo.

Il Monza alza il baricentro e prova a prendere campo, mentre il Palermo si compatta e tenta di colpire in contropiede. Al 20’ errore in uscita di Gomes e Pierozzi, ne approfitta Azzi, che si invola pericolosamente verso l’area rosanero, ma Augello è provvidenziale e chiude in corner. La gara resta equilibrata, ma il Palermo fatica a mantenere lucidità nella transizione offensiva, favorendo la riconquista palla dei brianzoli.

Con il passare dei minuti la partita si accende; il Palermo spinge, cercando di sfondare il muro difensivo del Monza, che però regge e riparte con ordine. Al 34’ Joronen compie una parata straordinaria su una conclusione velenosa di Obiang.

Al 38’ il Monza passa in vantaggio, Mota parte in progressione, salta Peda con facilità e si presenta solo davanti a Joronen, battendolo con freddezza.

Il gol complica la serata del Palermo, che non riesce a reagire né a costruire azioni pericolose. I rosanero appaiono spenti e privi di idee, mentre il Monza, con il minimo sforzo, ha trovato il vantaggio e gestisce senza affanni. La squadra di Bianco chiude in avanti, sfiorando il raddoppio. Dopo un solo minuto di recupero, l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi con il Monza avanti 1-0 all’intervallo.

Nella ripresa nessun cambio nel Palermo

Parte forte il Monza che al 49’ trova il raddoppio con Izzo.

Notte fonda al Barbera, un ko psicologico tremendo che mina anche la più piccola speranza di raddrizzare la gara. La squadra di Bianco fa quello che vuole in campo, sovrastando in lungo ed in largo il Palermo. Al 55’ esce Gomes ed entra Palumbo. Al 63’ escono Le Douaron e Segre ed entrano Brunori e Corona. Tenta il tutto per tutto Inzaghi nel tentativo di riaprire la partita.

La gara si incattivisce, un componente della panchina del Monza viene espulso dall’arbitro. Intanto il Palermo non sembra assolutamente in grado di mettere paura al Monza che gestisce con cinismo la gara conquistando al 73’ una punizione dalla trequarti.

Gli ingressi di Palumbo e Brunori non incidono, Inzaghi manda in campo Blin e Vasic al posto di Augello e Ranocchia. Il Monza, forte del doppio vantaggio, gestisce e spezza il ritmo con continue interruzioni e giocatori a terra per crampi.

I sei minuti di recupero servono solo a confermare la sensazione già chiara: il Palermo, confuso e privo di idee, non ha più la forza per riaprire la gara. Il muro del Monza regge senza affanni, e il triplice fischio sancisce un verdetto pesante.

Al 95′ arriva il terzo gol del Monza con Azzi.

Termina la gara con un secco 3-0 che spegne, almeno per ora, i sogni di gloria rosanero.

Una sconfitta che brucia, che ridimensiona le ambizioni del Palermo e pone diversi interrogativi sulla forza fisica e la tenuta mentale di una squadra.

Eppure, l’avvio del Palermo era stato incoraggiante. Poi, però col passare dei minuti sono riemerse vecchie abitudini, poca lucidità nelle transizioni, errori banali in costruzione e la solita difficoltà nel creare pericoli concreti. Il gol subito ha poi messo a nudo una squadra fragile, incapace di reagire e di cambiare ritmo.

È sembrato di rivedere il Palermo delle passate stagioni, quello che alternava buone intenzioni a momenti di confusione, che si spegneva al primo colpo subito e faticava a ritrovarsi mentalmente. Una squadra che gioca ma non incide, che prova ma non punge.

Forse, nelle prime giornate, si era respirato un ottimismo eccessivo. La partenza a razzo del Palermo aveva illuso che il solo Inzaghi potesse bastare a cambiare volto a una squadra che da tre stagioni vive con lo stesso mantra, il “vorrei ma non posso” che si ripete con triste puntualità.

Lasciare intatto un centrocampo che non è mai riuscito a essere realmente competitivo è stata una scelta presuntuosa, e oggi se ne pagano le conseguenze. Nelle ultime due partite sono riemerse tutte le lacune note, quelle stesse fragilità che continuano a impedire al Palermo di compiere il tanto atteso salto di qualità.

E se persino un tecnico vincente e carismatico come Inzaghi fatica a dare la propria impronta a questo gruppo, forse qualche domanda la Società dovrebbe iniziare a farsela. Palumbo e Augello non hanno inciso come ci si aspettava, mentre un mercato basato sugli svincolati si sta rivelando un azzardo più che una strategia. Pensare poi che la panchina, la stessa che ha faticato nelle scorse stagioni, potesse colmare i limiti strutturali di una rosa costruita con troppa leggerezza è stata una pia illusione.

Intanto la vetta si allontana, il Palermo scivola indietro e viene superato da squadre con risorse inferiori, ma con idee più chiare e giocatori perfettamente calati nella categoria. Un film già visto, che lascia addosso la sensazione amara di un’occasione ancora una volta sprecata.

Adesso non resta che tenere botta fino a gennaio, cercando di limitare i danni e restare agganciati al gruppo di testa. Poi serviranno interventi veri, non ritocchi con giocatori in grado di alzare il livello, dare sostanza e trasformare finalmente il Palermo in una squadra competitiva e vincente. Perché di illusioni, e delusioni, in questi anni, se ne sono già viste fin troppe.

Tabellino:

PALERMO (3-5-2): 66 Joronen, 27 Pierozzi, 29 Peda, 32 Ceccaroni; 23 Diakité, 8 Segre (C), 10 Ranocchia, 6 Gomes, 3 Augello; 21 Le Douaron, 20 Pohjanpalo.  

A disposizione: 1 Gomis, 22 Bardi, 5 Palumbo, 9 Brunori, 13 Bani, 14 Vasic, 15 Nicolosi, 17 Giovane, 19 Bereszynski, 28 Blin, 31 Corona, 72 Veroli.
Allenatore: Filippo Inzaghi

MONZA (3-4-2-1): 20 Thiam, 4 Izzo, 13 Ravanelli, 3 Lucchesi; 19 Birindelli, 14 Obiang, 32 Pessina (C), 7 Azzi; 17 Keita, 26 Ciurria; 47 Mota.

A disposizione: 1 Pizzignacco, 2 Brorsson, 9 Maric, 10 Caprari, 15 Delli Carri, 16 Sardo, 18 Zeroli, 23 Galazzi, 24 Bakoune, 27 Capolupo, 28 Colpani, 44 Carboni.
Allenatore: Paolo Bianco

Arbitro: Juan Luca Sacchi (Macerata).
Primo assistente: Vito Mastrodonato (Molfetta).
Secondo assistente: Daisuke Emanuele Yoshikawa (Roma 1).
Quarto ufficiale: Enrico Gemelli (Messina).
VAR: Aleandro Di Paolo (Avezzano).
AVAR: Marco Monaldi (Macerata).

Ammoniti: 29’ Keita – 29’ Bianco – 73’ Brunori – 73’ izzo – 81’ Birindelli

Marcatori: 38’ Mota – 49’ Izzo – 95′ Azzi
Spettatori: biglietti: 10.175 – Ospiti: 142 – Abbonamenti: 16.504 – Totale: 26.679