Pippo Inzaghi si è presentato a Palermo con l’entusiasmo di chi sa che questa tappa in rosanero potrebbe essere la più importante della sua carriera in panchina. L’emozione che ha mostrato senza filtri ieri salutando i tifosi nel piazzale del Barbera ed oggi durante la conferenza stampa di presentazione, basta a far capire che stavolta non è solo un’avventura professionale. Inzaghi arriva a Palermo con la voglia di vincere, ma soprattutto con la consapevolezza di entrare in un contesto che chiede, coinvolge, travolge. Una piazza affamata di ambizione, che vuole tornare a calcare palcoscenici importanti.
Ad aprire la conferenza stampa è il Direttore Sportivo Carlo Osti:
“Ho scelto Pippo Inzaghi per diversi motivi – ha affermato Osti – Innanzitutto, per la sua mentalità vincente che lo ha sempre contraddistinto, prima da grande campione e poi da allenatore. Mi ha colpito l’entusiasmo che riesce a trasmettere in ogni ambiente, coinvolgendo calciatori e staff con una energia unica. Ma soprattutto, la sua dote più grande è l’umiltà. Nonostante un passato glorioso da giocatore, Inzaghi ha sempre affrontato ogni nuova sfida con la voglia di emergere e vincere, senza mai far pesare il proprio nome.
A questo aggiungo le qualità morali e i valori che gli sono stati trasmessi da una famiglia piacentina sana e splendida, a cui lui è ancora profondamente legato.
Ringrazio il City Football Group, il presidente Dario Mirri e l’amministratore delegato Giovanni Gardini per avermi sostenuto a tutti i livelli in questa scelta, che per me è stata molto importante.”
Subito dopo Carlo Osti, Pippo Inzaghi, prima di rispondere alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa, ha voluto ricordare con emozione il legame con Pisa, sottolineando poi come la chiamata di Palermo abbia riacceso in lui la passione e la responsabilità di riportare la squadra e la città ai livelli che meritano.
“Ringrazio di cuore Carlo per le sue parole molto emozionanti, così come Giovanni Gardini, il presidente Mirri e il City Football Group, che mi hanno dato questa grandissima opportunità. Sono davvero fiero e onorato. Permettetemi però di dedicare un momento a Pisa, prima di parlare di Palermo, che è ovviamente la cosa più importante. A Pisa ho lasciato veramente il cuore, una tifoseria fantastica che fin dal primo giorno mi ha sostenuto con grande calore. Parlarne mi emoziona, perché mi hanno dato tantissimo, così come i miei giocatori.
Tuttavia, ho capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto, e per rispetto e amore verso la società abbiamo preso la decisione di separarci. Nel frattempo, è arrivata questa chiamata, e, devo ammettere, che parlarne mi emoziona ancora perché siamo umani.
Quando è arrivata la chiamata del Palermo, l’entusiasmo si è riacceso immediatamente. Quello che è successo ieri con i tifosi è stato qualcosa che non mi ha fatto dormire la notte. È stata un’emozione inaspettata e, lo ammetto, immeritata, visto che non ho ancora fatto nulla per questa squadra. Questa carica però è incredibile, e voglio restituire a questa città e a questo popolo, che meritano palcoscenici importanti, il posto che gli spetta. Ho una grande responsabilità verso questi dirigenti che mi hanno voluto a tutti i costi, facendomi sentire importante, e che si aspettano molto da me e dal mio staff. Posso assicurare che daremo tutto noi stessi per rendere orgogliosi la società e, soprattutto, i tifosi.”
Nella stagione 1994-1995 Pippo Inzaghi aveva condiviso lo spogliatoio del Piacenza con Massimo Taibi, palermitano doc e grande tifoso rosanero. I due si erano poi ritrovati anni dopo anche alla Reggina, in ruoli diversi ma complementari, Taibi da direttore sportivo, Inzaghi in panchina. Un rapporto di lunga data, cementato nel tempo da stima e amicizia. Naturale immaginare che, prima di accettare la panchina del Palermo, ci sia stato un confronto tra loro e Massimo Taibi, palermitano doc, avrà certamente avuto modo di raccontargli cosa rappresenta questa maglia per i tifosi rosanero:
“Sì, con Max mi sento sempre e so quello che pensa – ha confermato Inzaghi –. È stato uno dei primi a chiamarmi. Ma giuro che fare un solo nome è difficile: da Miccoli a Carrozzieri, a Biffi. Mi ha chiamato anche lui, con cui ho giocato contro. Ricordo che mi ha pure tirato una punizione e ho ancora il segno del pallone sulla coscia! Mi hanno veramente chiamato in tanti. Fare un solo nome è riduttivo. Però, sinceramente, non è che avessi bisogno di conferme. A Palermo ci ho giocato tante volte da avversario e anzi, forse ho fatto qualche gol di troppo contro. Mi devo far perdonare.”
Inzaghi non è nascosto dietro facili promesse e, fedele al suo stile diretto, in conferenza stampa è andato subito al sodo, non sbilanciandosi troppo, ma lasciando intendere di avere le idee chiare e la flessibilità necessaria per rilanciare la squadra rosanero:
“Ho visto una squadra che ha qualità, ma che deve ritrovare fiducia, ritmo e identità. Voglio un Palermo che sappia dominare, ma anche soffrire. Serve equilibrio e mentalità. E su questo lavoreremo ogni giorno. Quanto al modulo posso dire di avere sempre adattato i miei sistemi alle caratteristiche dei giocatori. A Reggio Calabria ho fatto il 4-3-3, ma posso cambiare. L’importante è che chi scende in campo sappia cosa fare e abbia fame.”
Alla richiesta di una promessa ai tifosi rosanero, Inzaghi è stato chiaro e diretto:
“Ne ho già parlato ieri, penso che le parole, spesso, le porti via il vento. L’unica promessa che posso fare è quella di trasmettere ciò che sono sempre stato, da giocatore e da allenatore, non mollare mai, lottare su ogni pallone, sudare la maglia. Sono frasi che possono sembrare banali, ma la mia squadra non può non rispecchiare ciò che io sono stato in campo. Per me sarebbe un grande insuccesso. Dal primo giorno lavorerò su questi valori. Il mio sogno è restituire a questa società e a questi tifosi tutto l’affetto e la stima incondizionata che mi hanno dimostrato fin dal primo momento. È una responsabilità enorme, ma queste cose mi caricano da morire. E con il mio staff, che ritengo molto valido, daremo tutto per raggiungere l’obiettivo.”
Da quando sono arrivato a Palermo, anche il mio profilo Instagram è tutto intasato. Ho capito subito cosa mi aspetta. Quello che è successo ieri mi resterà per sempre perché facciamo questo lavoro anche e soprattutto per vivere emozioni così. Nella mia carriera da calciatore ho avuto tanto, sono stato fortunato, ma le emozioni continuano a sorprendermi. E quella di ieri è stata da pelle d’oca. Quando giocavo contro il Palermo, sapevo che qui era durissima. Entrare in campo al Barbera voleva dire affrontare una battaglia e dovevi fare un’impresa per segnare.”
Di seguito il video integrale della conferenza: