Tra le borgate marinare di Palermo, Sferracavallo si distingue per un’identità che va oltre il semplice mare o la cucina di pesce. È un luogo dove le vite si intrecciano al ritmo delle onde di un mare azzurro e cristallino, dove la comunità resiste e si riconosce nello sguardo dei pescatori, nei racconti degli anziani, nella festa dei Santi Santi Cosma e Damiano che ogni anno torna a unire il quartiere. Una comunità che conserva un legame profondo con la terra e con il mare, che da sempre ne definiscono l’anima.
Le coste di Sferracavallo, che si affacciano sul mar Tirreno, con le loro formazioni rocciose di origine calcarea e le suggestive grotte naturali, rappresentano un patrimonio geologico e paesaggistico di grande valore. Questi aspetti sono stati oggetto di studi approfonditi da parte di istituzioni scientifiche autorevoli, come l’Università di Palermo e gli enti di tutela ambientale della Riserva Naturale Orientata Capo Gallo e dell’Isola delle Femmine, che hanno messo in luce l’importanza di queste aree non solo per la biodiversità marina e terrestre, ma anche per la conservazione del paesaggio costiero mediterraneo.
Questi rilievi geologici e ambientali contribuiscono a rendere Sferracavallo un luogo di grande interesse naturalistico, dove la storia del territorio si intreccia con la vita quotidiana della comunità locale.
Il racconto del suo nome profuma di leggenda, “Sferracavallo” evoca un’antica via impervia, piena di buche e pietre, dove i cavalli “sferravano”, ovvero perdevano i ferri ai piedi, nel tentativo di raggiungere la costa. Una versione forse romantica, ma che più di tante altre spiegazioni sull’origine del nome, racconta il legame profondo tra l’uomo, il lavoro e la natura.
Sferracavallo affonda le sue radici in un villaggio di pescatori attestato fin dall’inizio del 1400, quando la famiglia Calandria fece erigere una tonnara sul versante nord del porticciolo, le cui vestigia sono oggi parte integrante della villa Arezzo di Trifiletti. Il vero salto di qualità per la borgata arrivò nel Settecento, con la bonifica della “trazzera”, un tratto di terreno impervio e roccioso che collegava Sferracavallo al cuore di Palermo, che trasformò un percorso ostico in un collegamento strategico per lo sviluppo della comunità.
Diverse furono le famiglie di pescatori che si insediarono in quella piccola insenatura, cercando rifugio dal vento e soprattutto una speranza nel mare. Erano uomini segnati dal sole e dalla salsedine. Le donne erano forti, silenziose e instancabili, erano loro a reggere la famiglia e a tramandare le tradizioni.
Da sempre il mare di Sferracavallo è un protagonista potente. È testimone di generazioni, nelle sue acque si riflette l’anima di un borgo che sa ancora di festa vera, soprattutto quando si celebra la festa patronale dei Santi Cosma e Damiano che si celebra ogni anno nell’ultima settimana di settembre.
La Festa ha il suo culmine nella processione delle statue dei santi, portate a spalla da devoti vestiti di bianco con fazzoletti rossi, simbolo del martirio, che percorrono le vie della borgata a piedi nudi. Nota come la “ballata dei santi”, è caratterizzata da un passo rapido che simboleggia la corsa dei santi verso gli ammalati, rievocando così l’antica usanza di visitare le famiglie che richiedevano l’intercessione dei due Santi che in vita furono due medici.
Oltre alla processione, la festa include la storica regata delle barche a remi, il gioco “dell’antenna a mari”, antico e spettacolare gioco popolare che consiste in una prova di abilità e coraggio. I partecipanti devono camminare o scivolare lungo un palo lungo e unto di grasso, sospeso orizzontalmente sul mare e fissato a una banchina o a una barca. L’obiettivo è di raggiungere e afferrare una bandiera posta all’estremità del palo, senza cadere in acqua.
Immancabili gli spettacoli pirotecnici sul molo che creano un’atmosfera unica e coinvolgente. La celebrazione non solo onora la devozione religiosa, ma rafforza anche i legami comunitari, trasformando Sferracavallo in un luogo di incontro e condivisione per tutti.
Anche il cibo racconta l’essenza di Sferracavallo. Qui non si tratta solo di mangiare, ma di condividere una vera e propria liturgia. Il fritto misto, gli spaghetti ai ricci, il polpo all’insalata, i calamari ripieni, le sarde a beccafico raccontano l’anima genuina e generosa di un tempo, fatta di semplicità e passione condivisa.
Naturalmente Sferracavallo nel tempo è cambiata. Il traffico, il turismo, i nuovi locali hanno modificato la sua faccia e non mancano i nostalgici che temono abbia perso la sua anima, perché, purtroppo, le Istituzioni non si prendono abbastanza cura della borgata e spesso la responsabilità della sua tutela ricade quasi interamente sui suoi abitanti.
Solo grazie all’impegno dei comitati cittadini, come il Comitato Cittadino Permanente Sferracavallo e il Comitato “Il Mare di Sferracavallo”, la voce della comunità riesce a farsi sentire. Nel dicembre 2023, questi comitati hanno organizzato una fiaccolata che ha coinvolto tutta la borgata, dalla stazione ferroviaria fino a piazza Beccadelli, per denunciare problemi concreti come l’assenza di illuminazione, il degrado dei marciapiedi e l’inquinamento nell’area degli scivoli.
Nonostante queste gravi disattenzioni da parte delle Istituzioni, Sferracavallo resiste. Resiste nei racconti degli anziani, nei nomi delle barche, nel rumore delle onde del suo mare meraviglioso. Resiste nei ragazzi che ancora si tuffano con lo stesso entusiasmo di sempre. Resiste nelle parole, nei proverbi e nelle abitudini quotidiane.
E c’è anche un magico motivo per amare Sferracavallo: secondo un’antica leggenda nelle notti di scirocco e di luna piena, una bellissima Sirena fa udire la sua voce che incanta il mare. Una creatura antica, oscura, misteriosa, che veglia sul borgo e su chi vive ancora secondo il ritmo delle maree.
Sferracavallo però va scoperta senza fretta, non si lascia scoprire da chi corre solo per una foto o per un piatto veloce. È una borgata da vivere con calma con quella curiosità autentica di chi vuole davvero ascoltare, di chi si ferma a parlare con un vecchio pescatore, di chi vuole respirare il profumo del mare lasciandosi cullare dal suo respiro infinito.
Solo così si capisce che quel posto non è un angolo qualunque, ma un pezzo di vita che resta dentro. Perché solo così, quando poi si torna a casa, ci si sorprende a pensare:
“Ma perché io, da lì, non me ne volevo andare?
La risposta è semplice: Sferracavallo resta nel cuore di chi la visita perché insegna a fermarsi e lascia nel cuore la nostalgia di un mare che non smette mai di chiamare.