Nel cuore pulsante delle Madonie, dove il tempo sembra andare piano, c’è un Paese che sorprende chi arriva in cerca di cose autentiche. Si chiama Blufi, piccolo comune in provincia di Palermo. Con poco più di mille abitanti, Blufi si è guadagnato un soprannome insolito: “la piccola Olanda di Sicilia”. Il motivo? Una distesa di tulipani rossi che, ogni primavera, sboccia spontanea nei campi attorno al paese.
Il paragone potrebbe sembrare azzardato, ma l’incredibile distesa di tulipani rossi che ogni primavera, tra marzo e maggio, sboccia nei campi attorno al paese è un autentico miracolo della natura, che Blufi ha saputo custodire con rispetto e intelligenza.
Dietro questa bellezza c’è anche una strategia attenta e precisa che ha dato forma all’identità del paese. L’amministrazione comunale, guidata con impegno, passione e lungimiranza dal Sindaco Calogero Puleo e da tutta la squadra amministrativa, ha avuto il merito di comprendere fino in fondo il potenziale di questo luogo unico. Senza stravolgerlo, ha costruito eventi, sentieri, visite guidate e spazi attrezzati che rendono Blufi una meta da visitare sempre accogliente e mai caotica.
Blufi è un nome breve, dolce, quasi sussurrato. Eppure, dietro questa delicatezza si nasconde una comunità forte, legata alla propria terra con radici profonde. Conta poco più di mille abitanti e fino al 1972 era una frazione di Petralia Soprana. Oggi è un Comune autonomo che ha mantenuto vive le tradizioni grazie all’impegno di tutti i suoi abitanti ed alla forza delle idee di chi l’amministra.
Il borgo di Ferrarello è la frazione più grande di Blufi. Qui, tra i quartieri Cuozzu, Signuruzzu, Collesano, si celebra ogni ultima domenica di luglio la festa di San Giuseppe e del Sacro Cuore di Gesù, un evento che richiama gli emigrati blufesi da ogni parte del mondo. Un ritorno alle origini che unisce la fede con la memoria.
Blufi in passato era conosciuto anche con il nome Maluppassu per via di un antico passo montano impervio che rappresentava una vera prova per chi lo attraversava. Oggi di “malu passu” non c’è più nulla, arrivare a Blufi è facilissimo, diventa difficile andare via.
Vicino ai campi di tulipani si trova il Santuario della Madonna dell’Olio, luogo sacro e affascinante. Secondo una antica leggenda un tempo dalla fonte sgorgava un olio miracoloso. Oggi resta l’acqua, la devozione ed una pace che invita alla preghiera ed all’introspezione. Un vero e proprio rifugio per chi cerca qualcosa di più di una semplice gita.
A Blufi si mangia come si vive, con semplicità, sincerità e passione. Il fiore all’occhiello è la Sagra del Finocchietto Selvatico, che si svolge a maggio. Un’occasione per gustare piatti che profumano di terra e tradizione: pasta cu maccu, frittedda di fave, cardi fritti, farinata di cavoli, ma anche ricette antiche tramandate a voce come la minestra di fave con cipolla e finocchietto, le frittelle di ricotta e menta e i dolci della memoria: fisciddati, accene e cucchie. E poi i formaggi: quagliata, tuma, ricotta e pecorino senza dimenticare la carne di castrato e la salsiccia fatta ancora come una volta. I sapori netti e decisi raccontano storie di pastori, contadini, famiglie numerose e domeniche d’altri tempi.
La bellezza e l’autenticità di Blufi si scopre passeggiando tra le case in pietra, qui gli abitanti si salutano per nome e tra le processioni tradizionali e le sagre estive che animano piazze e strade, si ha la sensazione che a Blufi tutto ha un senso, ma soprattutto un cuore.
Per chi ama l’archeologia e il mistero, c’è una tappa imperdibile, è la Rocca di Marabuto, una tomba millenaria di origine araba, realizzata con grossi sassi accatastati. Sembra che qui venissero sepolti guerrieri arabi che per il loro valore dimostrato in vita venivano considerati come “Condottieri Santoni”.
Perché visitare Blufi? Perché è un luogo da guardare senza fretta, per riscoprire il valore dell’autenticità, della lentezza, della memoria. Non ci sono resort di lusso o centri commerciali, ma qualcosa di molto più prezioso e raro, qui c’è l’anima di chi ancora riesce a vivere in armonia con la propria terra, custodendo storie, tradizioni e un modo di essere che il tempo non ha cancellato.
Blufi è come un abbraccio, una carezza antica. E’ un piccolo miracolo siciliano che sboccia ogni anno insieme ai suoi tulipani. E una volta visto, una volta respirato, sarà difficile dimenticarlo.