Sono professionisti o volontari che utilizzano tecniche di clownerie per portare divertimento, allegria e un senso di benessere ai pazienti in ospedale, soprattutto ai bambini, per aiutarli a affrontare la malattia. Perché ridere porta effetti positivi sulla salute fisica e mentale. Lo sa bene il dottore Giuseppe Barbagallo, già primario dell’UOC di Medicina interna dell’ospedale Carlo Basilotta di Nicosia, che oggi è un clown in corsia, insieme all’associazione onlus Teniamoci per mano, costituita da più di mille clown in tutta Italia. Durante la tavola rotonda con le associazioni dei pazienti, all’interno del convegno nazionale sulla Complessità clinica e assistenziale, organizzato per l’ottavo anno, da Salvatore Corrao, ordinario di Medicina Interna all’Università degli Studi di Palermo, Barbagallo ha ribadito l’importanza del sorriso. Incoraggia la relazione e il dialogo, invita i pazienti a interagire, stimola in loro fiducia e positività, fantasia e immaginazione, tutti aspetti per niente secondari nel decorso della malattia. Per fare il clown dottore non basta mettere in piedi un numero di circo, occorre conoscere i principi della disciplina su cui si basa la clownterapia, partecipare a corsi di formazione, studiare il fenomeno della risata e i suoi effetti benefici sul piano terapeutico e, in generale, sul benessere psicofisico delle persone.
Rosario Ciringione, in arte Zufolo, è il responsabile dell’associazione. “A Palermo siamo presenti in molte strutture sanitarie – dice – nei reparti pediatrici in particolare ma incontriamo anche i pazienti adulti. Siamo lì per spostare l’equilibrio, da un momento di dolore passiamo a un momento di leggerezza”.
“Quando ogni sabato mattina entriamo nel reparto di oncoematologia pediatrica, i bambini ci saltano in braccio – racconta un’altra volontaria -. Li portiamo fuori da quegli ospedali pur rimanendo tra quelle mura, li portiamo in spiaggia, alle giostre, li facciamo cantare a Sanremo anche senza Sanremo. Riprendono a giocare con l’immaginazione e li vediamo ridere. Questo è ciò che vogliamo”.
Nel video l’intervista al dottore Giuseppe Barbagallo e ai rappresentanti dell’associazione onlus Teniamoci per mano