Dopo la foto della gamba inscatolata, arriva il primo provvedimento dell’Azienda sanitaria di Messina che ha sollevato dall’incarico la responsabile del pronto soccorso dell’ospedale Barone Romeo di Patti, dove sabato scorso è accaduto che per contenere la frattura della tibia, in un paziente di 30 anni, i medici hanno dovuto usare un pezzo di cartone per mancanza delle apposite stecche.
L’Asp di Messina ha dato incarico a una commissione ispettiva che ha appurato la non conformità dell’incarico – ricevuto nel 2021 dalla professionista – alle norme contrattuali di categoria.
L’Azienda ha anche richiesto di avviare un procedimento disciplinare nei confronti del direttore sanitario dell’ospedale per la mancanza dei dispositivi medicali, mentre il presidente della Regione Renato Schifani, che ieri ha telefonato al paziente per scusarsi, assicura che le verifiche continueranno. Al direttore sanitario viene contestato di non aver vigilato sulle procedure di approvvigionamento; come al capo sala, che sarebbe responsabile della “mancata gestione dei magazzini farmaceutici di reparto e del mancato approvvigionamento dei dispositivi medici”. Adesso le stecche monouso per immobilizzare le fratture sono arrivate, fa sapere l’Asp, e quanto all’episodio di sabato scorso, l’azienda lo ascrive “a una precisa scelta professionale del medico che ha assistito l’utente”, aggiungendo che le modalità utilizzate in questo caso sono sembrate del tutto inappropriate. La Regione, come annunciato ieri dall’assessore alla Sanità Giovanna Volo, lunedì invierà propri ispettori al Barone Romeo, “ma non si tratterà di un’attività isolata: ho già dato disposizioni al dirigente generale del dipartimento Salvatore Iacolino – spiega Schifani – per una completa verifica, affidata a un’apposita commissione tecnica di valutazione, di tutti i pronto soccorso della Sicilia. Le continue segnalazioni di malfunzionamenti e criticità, per lo più gestionali, ancorché sovente riconducibili alla carenza di personale medico, non possono essere ignorate”. Ieri la procura di Patti aveva aperto un fascicolo sulla vicenda, ancora relegata al registro delle notizie non costituenti reato.