Missione quasi impossibile al “Penzo” di Venezia per il Palermo; il ritorno della semifinale tra Rosanero e Lagunari vede favoriti quest’ultimi che al Barbera hanno vinto per uno a zero.

Assente Desplanches per infortunio muscolare, Pigliacelli torna a difendere la porta rosanero Mignani conferma il modulo 3-4-2-1 e manda in campo Pigliacelli tra i pali; Graves – Lucioni – Marconi in difesa; Diakitè – Segre – Ranocchia – Di Mariano a centrocampo; Insigne e Brunori dietro la punta Soleri.

Subito in avanti il Venezia, si difende il Palermo con qualche difficoltà ed al quarto minuto arriva il gol dei Lagunari. Lo mette a segno Tessmann che con un destro potente sorprende Pigliacelli. L’ennesimo tiro dalla distanza che castiga i Rosanero.

Troppo contratto il Palermo che subisce la pressione del Venezia che per nulla appagato dalla rete del vantaggio insiste in avanti. La gara è chiaramente in salita per i Rosanero costretti ad inseguire. Manca la lucidità nel costruire una manovra offensiva degna di tale nome, si perde palla ed il Venezia riparte pericolosamente.

Molto più convinta la squadra di Vanoli, il Palermo non riesce a smorzare la pressione degli avversari. Al 27’ primo tiro del Palermo con Segre, grande parata di Joronen. Al 31’ occasione per il Venezia con Brusio, il suo colpo di testa viene deviato in corner da Pigliacelli.

Al 42’ raddoppio del Venezia con Candela. Ripartenza veloce di Zampano che aggira Lucioni e serve al centro l’accorrente Candela che mette il pallone in rete.

È notte fonda per il Palermo. Dopo i due i minuti di recupero concessi dall’arbitro le squadre vanno negli spogliatoi con il punteggio di 2 a 0 in favore del Venezia.

Ad inizio di ripresa Mignani sostituisce Marconi e Graves con Nedelcearu e Aurelio, cambia modulo e passa al 4-2-3-1.

Al 56’ entra Di Francesco ed esce Insigne. Al 60’ Brunori chiede il cambio ed entra Mancuso. Cambia poco, il Venezia fa la partita, il Palermo non ha la forza di reagire, le timide incursioni in area avversaria si concludono in un nulla di fatto.

La gara si trascina senza particolari sussulti da parte del Palermo, il Venezia controlla con estrema facilità la partita. Al 75’ esce Soleri ed entra Traorè. Ma è la squadra di Vanoli a rendersi pericolosa in avanti. La squadra rosanero in confusione totale sbaglia anche le cose più semplici.

Al 85’ accorcia le distanze il Palermo con un autogol di Svoboda su tiro di Traoré.

Prova a spingere il Palermo, ma i minuti scorrono ed una rimonta è più che improbabile. La squadra rosanero si è svegliata troppo tardi, rimanendo annichilita per quasi tutta la gara. Dopo i quattro minuti di recupero concessi dall’arbitro si chiude la gara e la stagione del Palermo con una meritata sconfitta per 2 a 1.

Che fosse una missione impossibile era risaputo, ma prendere il solito gol dalla distanza dopo appena quattro minuti ha raggelato anche il più ottimista dei tifosi rosanero. Le 53 reti subite nella regular season, che fanno del Palermo la terza peggiore difesa del campionato, sono lo specchio fedele di una squadra probabilmente sopravvalutata e di un grave problema difensivo che nemmeno l’arrivo del nuovo tecnico Mignani è riuscito a risolvere.

Impressionante il numero degli avversari che regolarmente sono andati a segno sempre nello stesso modo, con Pigliacelli molto spesso non esente da responsabilità. Ed era inevitabile essere eliminati da un avversario più concreto e più cattivo agonisticamente. Questa squadra ha dimostrato una fragilità mentale sconcertante, con dei limiti di personalità spesso imbarazzanti. Gli acquisti di agosto che dovevano alzare la qualità della rosa hanno disatteso tutte le aspettative.

Questa stagione resterà quella dei rimpianti, delle occasioni perdute e delle decisioni tardive che hanno compromesso il cammino di una squadra che aveva iniziato bene e che strada facendo si è dissolta come neve al sole. Tante incertezze, molte contraddizioni, troppe vittorie gettate alle ortiche. Per come ha giocato il Palermo durante l’arco del campionato questa eliminazione dei playoff è più che meritata.

Quello che invece non meritavano i tifosi rosanero, sempre presenti ovunque e comunque, sono state le continue umiliazioni per prestazioni contro squadre sicuramente alla portata del Palermo e l’illusione e relativa cocente delusione che prima o poi poteva esserci la svolta decisiva che non c’è stata. Il leitmotiv di questa stagione è stato “vorrei, ma non posso”.

Non è certo oggi che il Palermo ha perso il treno della promozione, l’aver insistito in scelte che si sono rivelate fallimentari hanno avuto l’inevitabile epilogo che tutti si aspettavano e nessuno voleva. Squadra senza identità, a volte senza cuore, è riuscita a chiudere la stagione come peggio non poteva, facendosi umiliare fino alla fine.

Se è vero che dagli errori s’impara, non possiamo che sperare che il Palermo che affronterà un nuovo campionato in serie B, sia diverso dalla squadra di queste due ultime stagioni, che la Società faccia un bel repulisti e riparta da zero con idee vincenti e soluzioni convincenti.

PALERMO (3-4-2-1):22 Pigliacelli; 2 Graves, 5 Lucioni, 15 Marconi; 23 Diakité, 8 Segre, 14 Ranocchia, 10 Di Mariano; 11 Insigne, 9 Brunori (Cap.); 27 Soleri.

A disposizione:13 Kanuric, 3 Lund, 4 Gomes, 6 Stulac, 7 Mancuso, 17 Di Francesco, 18 Nedelcearu, 20 Vasic, 25 Buttaro, 31 Aurelio, 53 Henderson, 70 Traorè.

Allenatore:Michele Mignani.

Arbitro: Pairetto (Nichelino)
AA1: Costanzo (Orvieto)
AA2: Passeri (Gubbio)
IV UFFICIALE: Marchetti (Ostia Lido)
VAR: Valeri (Roma 2)
AVAR: Marini (Roma 1)

Ammoniti: 9’ Graves – 41’ Tessmann – 71’ Zampano – 72’ Di Francesco

Marcatori: 4’ Tessmann – 42’ Candela – 87’ Svodoba (autogol)