Definire sconcertante e disarmante, a distanza di tempo, la partita di ieri sera del Palermo ci sembra il minimo e ancora oggi stiamo cercando un senso a tutto quello che per l’ennesima volta ci è toccato assorbire durante 97 minuti di puro strazio calcistico.

La partita contro il Catanzaro, qualora ce ne fosse bisogno, ha ulteriormente confermato che in questa squadra ed in questa conduzione tecnica sembra essersi smarrita ogni forma di concetto di gioco del calcio, anche la più elementare . Come conseguenza, tutto questo porta regolarmente le squadre avversarie, con irrisoria facilità, a violare quello che un tempo era un fortino inespugnabile, il “Barbera”.

Squadra senza idee, messa male in campo con scelte alquanto cervellotiche. Un tecnico che ancora oggi non riesce a trovare un assetto standard di formazione. Brutto inoltre vedere le squadre avversarie modeste, a parte il Catanzaro, che hanno vinto al Barbera scherzando come il gatto col topo.

Tutto questo, unito ad un immobilismo societario sempre più evidente, porta i tifosi e gli addetti ai lavori, a compromettere l’equilibrio psichico e fisico, dato che ormai non c’è partita dei rosa dove non si debba ricorrere ad un buon gastroprotettore per salvaguardare la salute del fegato.

Insomma, stiamo assistendo, inermi, ad un vero e proprio festival dell’illogicità.

Il Catanzaro, giocando un calcio semplice ed efficace sembrava il Real Madrid dei tempi d’oro e solo le scelte incomprensibili e conservative del tecnico Vivarini, stavano rimettendo in discussione una partita ormai bella e vinta.

Il gol di Stulac, a pochi minuti dal termine, è stato solo frutto di qualcosa di estemporaneo, non costruito, non pensato. Insomma, l’encefalogramma della squadra è sempre più piatto. Incomprensibile. Come una squadra composta da elementi esperti e da giovani di qualità si sia potuta sciogliere come neve al sole alle prime difficoltà.

Rispetto però ai nostri precedenti punti sul campionato, vogliamo soffermarci su qualcosa che non sia trito e ritrito, e che non sia figlio di numeri, possessi palla , tiri in porta e statistiche. Già questi deprimono al solo nominarli. (Sono numeri e come tali non mentono mai)

Piuttosto, accertato che l’imputato numero uno sia il tecnico e che la squadra sia sulla buona strada per seguirlo, avremmo delle domande da porre alla Società.

E’ palese che non si sia badato a spese durante il mercato estivo per costruire una squadra di vertice e che ambisse alla promozione. E’ palese che l’acquisto del club di viale del Fante abbia comportato e comporti notevoli esborsi anche dal punto di vista organizzativo, strutturale e di gestione dello stadio. E’ palese ma….. perchè assistere impotenti a questo strazio, perchè non comunicare con la tifoseria e con la stampa, perchè buttare in pasto all’opinione pubblica un tecnico che ormai pare l’agnello sacrificale e come tale destinato a vivere il resto della sua permanenza sulla panchina rosanero come stare seduto su una bomba ad orologeria che da un momento all’altro sta per scoppiare?

E’ alquanto strano che si lasci andare alla deriva una barca costata un sacco di quattrini senza prendere un benchè minimo provvedimento. Che, si badi bene, non è detto che sia l’esonero del tecnico ma che potrebbe riguardare anche la squadra e lo staff.

Tutti, dico tutti, si sono resi conto che così non può più andare. Che continuando di questo passo la classifica non potrà fare altro che peggiorare. Il campionato, nel bene come nel male, è lungo e con questa media, potremmo ritrovarci a giocare per la sopravvivenza, altro che promozione in serie A. Tanti sono gli esempi di squadre costruite in estate per lottare per programmi ambiziosi e che poi a fine campionato si sono ritrovate in lega pro o ci sono andate vicine. (Brescia,Benevento e Spal dello scorso anno ad esempio).

Perché continuare a non vedere ciò che il campo impietosamente sta mostrando agli occhi di tutti? Il Palermo non ha anima, non emoziona, ma, cosa ancora più grave, non gioca al pallone. Tanti giocatori sembrano già scoppiati e quei pochi che sarebbero utili alla causa restano confinati ai margini del progetto.

Allora, perché lasciare che un investimento importante perda valore e credibilità continuando di questo passo?

Il City ha tutte le qualità, economiche e di carisma, per prendere in mano la situazione e porre rimedio ma deve rendersi conto che il calcio italiano non è come quello inglese. E, come vorremmo tanto essere smentiti, questa tattica di attesa rischia di essere controproducente per i rapporti con la tifoseria e per i risultati agonistici.

Urgono decisioni ormai improcrastinabili, prima che il malato si aggravi definitivamente. Non sta a noi suggerire quali, anche se i risultati tecnici sono sotto gli occhi di tutti, ma, se si vuole bene al Palermo ed al progetto Palermo, bisogna intervenire, e subito.