Vive a Cologno Monzese dal 2006, ha lasciato Palermo nel 1998, ma il legame con la sua città non si è mai spezzato perché come tanti palermitani Marco Placente non è scappato via, ha semplicemente trovato lavoro fuori dalla Sicilia ed anche se “dove c’è lavoro, c’è casa”, Palermo rimane per sempre nel cuore di chi va via e tifare per la squadra rosanero significa rimanere fedeli alle proprie radici, alla propria identità, alle proprie origini.

“Ho avuto la sfortuna di avere un padre che non seguiva il calcio – racconta Marco – quando c’è stata la radiazione del Palermo, nel 1986, abitavo in via Maqueda poco prima dei Quattro Canti. Dal balcone di casa ho assistito al corteo degli Ultras. Questo mi ha spinto a sposare la causa rosanero. Dopo la rinascita sono andato a vedere allo stadio Palermo-Pro Cisterna da solo, chiedendo ad un signore di aiutarmi ad entrare perché ero un ragazzino. È stata la prima partita che ho visto alla Favorita, il Palermo vinse 3 a 0 ed è stato subito amore. La categoria non è mai stato un problema per me. Anche quando la proprietà passò a Zamparini ed io scendevo a Palermo per vedere le partite non mi interessava con chi si giocava, per me non esistono partite di cartello, ma la mia priorità è sempre stata quella di vedere giocare la squadra della mia città.”

La promozione in serie A nel 2004 – Fallimento U.S. Città di Palermo – Rinascita Palermo F.C.
“All’epoca abitavo a Siracusa, ma venni a vedere la partita con la Triestina ed ho vissuto in prima persona la festa della promozione. C’era una grande voglia di riscatto per tutti i palermitani che dopo 32 anni vedevano la serie A. Dopo il mio trasferimento in Lombardia ho sempre seguito il Palermo in trasferta, spesso in compagnia di mia moglie. Ho vissuto il fallimento della vecchia società con grande dolore, come tutti i tifosi rosanero. Ero reduce dalla finale persa a Frosinone. Ero incredulo, anche se sapevamo che quella cessione ai Tuttolomondo era una farsa più che una reale vendita. Dopo la fine dell’U.S. Città di Palermo l’importante era ripartire. Abbiamo ricominciato dalla serie D ed io mi sono sentito responsabile come tifoso di questa rinascita, obbligato ad esserci. Per tale motivo ho aderito all’Azionariato popolare con l’Associazione “Amici Rosanero”.

Playoff da inviato speciale di TGS Studio Stadio – Il rito del sale
“C’è stata la possibilità di poter raccontare la mia passione per il Palermo in alcune trasmissioni sportive. Sono stato ospite a Rta – Radio Tivù Azzurra, TRM e Sport19. Per ultimo sono stato invitato da Cinzia Gizzi nel programma da lei condotto insieme ad Italo Cucci, in occasione di Triestina-Palermo. Essendo presente al “Nereo Rocco” ho potuto intervistare molti tifosi proveniente da ogni parte d’Italia, raccogliendo le loro emozioni dopo tre anni che il Palermo tornava a giocare nel Nord dell’Italia. I play off hanno mobilitato tantissimi palermitani che dal 2019 non avevano avuto più la possibilità di seguire la squadra in trasferta. Mi sono trovato così coinvolto in una avventura entusiasmante ritrovandomi ad intervistare anche la mamma di Brunori e i sei tifosi della Feralpisalò di ritorno da Palermo, con i quali è nato un bel rapporto simpatico ripromettendoci di rincontrarci ancora.

Appena sono iniziati i playoff, tra il serio e faceto, tra scaramanzia e goliardia mi sono inventato il rito del sale. Al grido “Non è vero, ma ci credo” con altri amici tifosi ci siamo appigliati a qualsiasi cosa contro le forze dell’occulto per andare in Serie B. “Fora u malucchio e dintra o’ bonocchio” ho ripetuto il rito del sale ad ogni inizio di partita, anche dentro lo stadio. Tornavo a casa pieno di sale, sembravo il mar Morto. Il rito ha funzionato.
Scherzi a parte, grazie a playoff c’è stata l’opportunità di creare dei gruppi logistici nel Nord e Centro Italia per dare e ricevere passaggi ai tifosi che volevano recarsi in trasferta. Ai gruppi già esistenti come “Roma Rosanero” ed “Emilia Romagna Rosanero”si sono aggiunti gruppi del Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Toscana. Una iniziativa nata per coordinare i tifosi che ha avuto un grande successo ed è stato un banco di prova in vista delle trasferte del prossimo campionato.

Finalmente la serie B
“Sono naturalmente contento, ma non ho gioito più di tanto perché questa promozione l’ho vissuta come un risarcimento danni. Ho cominciato a credere alla promozione solo nel secondo tempo di Palermo-Padova. La nostra tradizione negativa nelle finali mi faceva avere paura. Vedevo la nostra squadra giocare bene, ma mi sono rilassato solamente nei minuti finali dell’ultima partita. Ho seguito tutte le gare dei play off, in totale ho fatto 14 trasferte. La prossima stagione ho previsto 10 gare nel raggio di 300 km e mi sto già organizzando. Per il futuro mi aspetto che la squadra venga rinforzata per come merita. Siamo una neopromossa ed il campionato di serie B non solo non è paragonabile alla C, ma quest’anno sarà ancora più competitivo. Mi aspetto un Palermo che possa recitare un ruolo da protagonista e che possa continuare a farci sognare.”