Hanno visto attraverso il tatto la bellezza delle opere scultoree di Palazzo Abatellis perché l’arte può e deve essere accessibile a tutti. Due gruppi di ragazzi dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti della sezione territoriale hanno vissuto per la prima volta un’esperienza artistica multisensoriale. Accompagnati da Francesca Romano, responsabile della sezione didattica del capoluogo siciliano di Guide Turistiche italiane (GTI) e da Antonio Lo Cicero e Angelo Di Garbo esperti di didattica ed educatori dell’immagine di Palazzo Abatellis, hanno potuto toccare con mano due riproduzioni tattili di capolavori del ‘400 siciliano: il busto di Eleonora d’Aragona e la Tavola di Antonello da Messina raffigurante l’Annunciata. La prima tappa del percorso è stato il grande affresco “Il trionfo della morte” dalle imponenti dimensioni, 6 per 6,50 metri. I ragazzi sono immersi in un’atmosfera di altri tempi, suggestionati anche dalle musiche medievali in sottofondo. Ascoltano la descrizione dell’opera e toccano i tessuti delle vesti che indossavano la classe clericale e la società aristocratica di quei tempi, ovvero il velluto di seta e il broccato, ma anche quelli meno pregiati, la iuta e la lana cotta, che indossava invece la povera gente. La visita alla Galleria regionale della Sicilia Palazzo Abatellis continua con le riproduzioni delle opere scultoree. Le riproduzioni tattili sono posizionate accanto alle opere originali così da far percepire ai ragazzi la reale posizione spaziale dei manufatti. “Il fine del nostro progetto pilota – spiega Francesca Romano – è quello di rendere l’arte e la cultura accessibili a tutti. Mi auguro che questo possa diventare normalità perchè con l’aiuto di supporti e percorsi sensoriali tutti possono fruirne”. I ragazzi infatti si avvicinano alle opere e lentamente percorrono i contorni della statua per percepirne prima le forme e le dimensioni, poi si soffermano sui particolari e i loro sorrisi fanno intendere che hanno compreso perfettamente cosa stanno toccando e dunque “vedendo”. Il busto di Eleonora d’Aragona, realizzato da Francesco Laurana, è stato fedelmente riprodotto in fibra di mais. Uno dei ragazzi, Francesco Pidalà ha colto la bellezza della duchessa scolpita toccando i lineamenti delicati, il collo allungato, il naso sottile, l’ovale del viso. “E’ elegante, sembra che stia per sorridere – dice Dino Randazzo – immagino abbia un viso dolce e non austero”. Loredana Faja manifesta tutto il suo entusiasmo: “E’ una sensazione incredibile – dice la ragazza non vedente – riesco a vedere la bellezza di questa donna attraverso il tatto. Riesco a comprendere che ha i cappelli raccolti, il vestito scollato, le palpebre semichiuse”. Insieme ai ragazzi c’è anche Tommaso Di Gesaro, presidente della sezione territoriale dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, testimone della loro emozione. “Iniziative come questa servono a far scoprire alle persone non vedenti mondi, a volte, a loro sconosciuti – commenta Di Gesaro –  perché per potervi accedere hanno bisogno che qualcuno li stimoli. Per questo stiamo cercando di instaurare rapporti di collaborazione con i musei della città. Tutti hanno il diritto, ma devono avere anche le possibilità di esercitarlo, di fruire dell’arte, della spiritualità, del mondo della cultura in tutti i suoi aspetti”.