Arrivato lo scorso 30 agosto dopo un lungo tira e molla con l’Ascoli, Dario Saric, centrocampista di origine bosniache, classe ’97, si è legato al Palermo fino al 30 giugno 2026. Ambidestro, è abile in entrambe le fasi; centrocampista di rottura, ha un ottimo fiuto nelle scelte e negli inserimenti. Le sue qualità migliori sono la forza, la grinta e soprattutto la corsa, che sfrutta nelle ripartenze. Dotato di buona tecnica e di un buon tiro, può essere pericoloso anche in fase realizzativa. Nell’ultima stagione in serie B all’Ascoli, Saric ha totalizzato 32 presenze, realizzando 5 gol e 6 assist.

Durante la conferenza stampa di presentazione, Dario Saric non ha nascosto il suo grande entusiasmo di vestire quest’anno la maglia rosanero:
È stata una trattativa un po’ lunga, come sappiamo il mercato estivo dura tanto ed ognuno si prende il suo tempo, soprattutto quando ci sono diverse squadre coinvolte e vanno interpellate più persone. Per un giocatore diventa difficile perché non si mantiene in allenamento costante con una squadra e perde la forma fisica. Sono qui da due settimane e sto cercando di recuperare con lavori più lunghi. La voglia di entrare in forma nel più breve tempo possibile c’è e sto lavorando con lo staff medico e con tutti per questo e sono fiducioso. È un orgoglio che una società come il Palermo mi abbia scelto in mezzo a tanti profili, mi dà la carica e la motivazione per migliorarmi ancora di più. Se mi hanno scelto significa che hanno visto qualcosa in me ed io posso dire solo grazie al Palermo ed al gruppo City che mi ha scelto, darò il 100% del mio potenziale.

Appena mi hanno parlato di Palermo mi sono subito acceso. Avevo già giocato al Barbera da avversario e non vedevo l’ora di scendere in campo. Infatti, quando venerdì sono entrato contro il Genoa i primi secondi sono rimasto impressionato dallo stadio e dall’ambiente. Sono venuto a Palermo per raggiungere la serie A con questa squadra, la città merita di andare su. Voglio diventare importante, fare bene, raggiungere l’obiettivo e rimanere qui diversi anni. C’erano altre squadre che mi volevano. Ma l’affetto che ho ricevuto dai tifosi del Palermo, la voglia che ho sentito da parte della Società per portarmi qui mi ha fatto venire voglia di chiudere al più presto la trattativa. Non vedevo l’ora di venire a Palermo, non ero abituato a vivere in una città così grande, ma non ho avuto problemi ad ambientarmi, ho preso una bella casa, sono assolutamente felice, faccio lunghe passeggiate, amo il mare. Ma già conoscevo la città, ero venuto in vacanza due anni fa.

Caratteristiche tecniche
Con Mister Corini non ci conoscevamo, ma mi sono inserito abbastanza tranquillamente nel piano tattico come mezzala. Non sono mai stato un goleador, ho sempre curato molto la fase difensiva, l’aspetto della corsa e di dare una mano alla squadra, senza per forza segnare. Non è una mia caratteristica naturale, ma è chiaro che ho bisogno anche dei gol, ci sto lavorando con i vari tiri. Ad Ascoli ho anche giocato in un centrocampo a due o come trequartista, ma non mi sono mai posto problemi ad adattarmi in qualsiasi ruolo. La concorrenza stimola ed aiuta per dare il 100%, i miei compagni sono molto forti e mi sto trovando molto bene con loro.”

Obiettivi stagionali
“Sappiamo che in squadra siamo giocatori nuovi, siamo forti e dobbiamo amalgamarci. Ci vuole tempo, ma siamo già in campionato e non ce n’è molto. Ma partita dopo partita stiamo cercando di creare quell’unione che serve per fare bene. Sappiamo che è una stagione importante perché rappresentiamo una città ed un gruppo importante che ha fatto investimenti altrettanto importanti. Tutti abbiamo la responsabilità e la voglia di raggiungere e mantenere gli obiettivi, ne parliamo nello spogliatoio, stiamo lavorando e ci stiamo allenando bene per creare questo gruppo che deve arrivare al più presto.”

Dario Saric, che è nato a Cento, in provincia di Ferrara, è di origine bosniache. I suoi genitori arrivarono in Italia negli anni ’90 a causa del ferimento del padre durante la guerra nella ex Jugoslavia. Naturalizzato italiano, il legame con la Bosnia e con i suoi affetti familiari non si è mai spezzato
“I miei genitori e mio fratello mi hanno sempre seguito durante la mia carriera e lo faranno anche adesso che sono a Palermo. Non sono ancora venuti, ma lo faranno prestissimo. Gli ho parlato dello stadio e dell’atmosfera della partita e non vedo l’ora che loro vengano al Barbera. Mi hanno sempre accompagnato e continueranno a farlo sempre. La storia della mia famiglia è particolare, sono arrivati in Italia nl 1994, io sono nato e cresciuto in questo Paese ed ho studiato nelle scuole italiane. Ma quando si viene da una situazione difficile, si resta legati ai valori familiari ed al Paese d’origine della propria famiglia. Mi sento in parte bosniaco, in Bosnia ho ancora molti parenti ed i miei genitori hanno lottato per la loro Nazione. Sono sempre andato in vacanza lì e per me giocare nella Nazionale bosniaca sarebbe un onore, perché la sento mia. Esattamente come i miei genitori hanno lottato là, io lotterei per la Nazionale. La voglia ed il sentimento di andarci c’è. È un obiettivo della mia carriera essere un rappresentante della Nazionale bosniaca. Ero stato convocato due anni per le amichevoli, ma purtroppo ero infortunato e non ho ancora avuto l’onore di indossare la maglia, spero di farlo in futuro. Sarebbe importante per me e la mia famiglia.”