Rosso Aglio e Bianco Sale“, la manifestazione si svolge nella suggestiva location del Museo del Sale di Nubia e in tutta la riserva naturale orientata della saline di Trapani e Paceco con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale, paesaggistico e gastronomico della via del sale.

Due giorni, ricchi di eventi enogastronomici, visite guidate, conferenze, mostre-mercato, e ogni sera al tramonto il suggestivo spettacolo della raccolta manuale del sale con i canti dei salinai. Un antico rito che oltre ad essere un evento suggestivo, grazie ad uno scenario unico fra vasche d’acqua, mulini a vento e piramidi bianche che diventano rosa al calare del sole è anche un’importante realtà produttiva della costa trapanese, situata all’interno della Riserva naturale integrale delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal WWF.

A contendersi la scena due prodotti d’eccellenza della Sicilia occidentale: il sale marino di Trapani e l’aglio rosso di Nubia, entrambi presidi Slow Food, che saranno protagonisti di cooking showdimostrazioni, degustazioni ed approfondimenti che ne esalteranno il valore culinario e nutrizionale. Non mancheranno inoltre le visite guidate alla Riserva delle Saline, alla Torre di Nubia e ai mulini ristrutturati, e la possibilità di visitare gratuitamente il Museo del Sale dove sarà allestita un’area gastronomica e il mercato dei sapori.

L’Aglio Rosso di Nubia ha un bulbo costituito mediamente da dodici bulbilli, le tuniche esterne bianche e quelle interne di colore rosso vivo. Secondo la tradizione viene confezionato in trecce molto grandi (di cento teste ciascuna) e appeso ai balconi oppure sistemato in cantine o magazzini. A seconda del diametro del bulbo, la trizza si chiama cucchia rossa (50 mm), corrente (40 mm), cucchiscedda (30 mm) o mazzunedda (20-25 mm). Da qualche anno, per andare incontro alle esigenze del mercato, si producono trizze con una sola treccia e un numero inferiore di bulbi (da 10 a 50).

L’area di produzione comprende il comune di Paceco, parte del comune di Trapani, Erice, la zona settentrionale di Marsala e Salemi: in tutto circa 90 ettari. Ma attualmente se ne coltivano circa 15, generalmente in asciutta, in terreni scuri e argillosi e in rotazione con il melone, le fave e il grano duro. Si semina tra novembre e dicembre (a volte anche in gennaio) e si raccoglie fresco nel mese di maggio, oppure a giugno, essiccato in parte sui campi. La raccolta va effettuata la sera – nelle giornate più calde occorre attendere addirittura il calare della notte – perché le foglie, essendo più umide, consentono il lavoro manuale di intreccio dei bulbi. Un Presidio Slow Food tutela dal 2002 questo prodotto.

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