Cresciuto nelle giovanili di Lecce e Roma, Francesco Di Mariano classe ’96, ha debuttato giovanissimo tra i professionisti. Aveva appena 16 anni quando, nella stagione 2012/2013, esordì in Lega Pro con la maglia del Lecce. Palermitano purosangue Francesco iniziò a tirare i suoi primi calci al pallone al Ribolla, la scuola calcio dello zio Totò Schillaci. Dopo aver contribuito alla promozione del Lecce in Serie A, Di Mariano, è stato acquistato dal Palermo a titolo definitivo lo scorso 19 agosto, legandosi alla Società di Viale del Fante fino al 30 giugno 2025.

Un po’ di rammarico per aver lasciato il Lecce al termine di una stagione entusiasmante, Kekko Di Mariano torna dopo 12 anni nella sua città natale, già pronto e carico per questa nuova avventura con la maglia rosanero.

“La trattativa è decollata dopo il cambio del tecnico – ha raccontato Di Mariano durante la conferenza stampa di presentazione. Ero in uscita dal Lecce ed avevo altre richieste, ma la mia volontà è stata quella di venire a Palermo. Quando il Mister mi ha chiamato ho sentito un grande entusiasmo e tanta positività, anche da parte dei direttori Rinaudo e Zavagno. Lo scorso anno questo gruppo ha fatto qualcosa di grandioso e quindi anche io ho scelto di far parte di questa nuova rinascita del Palermo. Nel passato sono stato in prova nel Palermo per 1 mese, avevo 13 anni, ma poi è arrivato il Lecce e sono andato via. Adesso tornare qui ed esordire con la maglia rosanero al Barbera è stata un’emozione fortissima. Entrare in campo, davanti la mia gente è stato bello ed incredibile. È un onore essere a Palermo. Ritrovo Mister Corini dopo l’esperienza di Novara e devo ringraziarlo perché da lì è partita la mia carriera. Lui ha avuto il coraggio e la fiducia di mettermi in campo, facendomi giocare tutte le partite. Da allora sono maturato tantissimo, penso di avere raggiunto la maturità quattro anni fa e le due promozioni con Venezia e Lecce mi hanno aiutato ad avere maggiore consapevolezza nelle mie qualità. Ma nessun giocatore vince le partite da solo, occorre una coesione, un gruppo ed una squadra. Un gruppo si può creare anche fuori dal campo, penso che se riusciamo a creare una squadra ed un gruppo possiamo toglierci delle soddisfazioni.”

Momento difficile
“E’ il mio settimo anno di B e ne ho passate davvero tante. È un momento difficile, ma siamo all’inizio, siamo un Palermo nuovo che sta crescendo. Ci sono quattordici nuovi giocatori, stiamo cercando di creare una identità e una coesione. Ci vuole del tempo. Non è una frase fatta, è la verità. In questo momento è importante rimanere positivi, anche quando si vede tutto nero, e lavorare sugli errori. Non bisogna pensare a quello che è successo, ma si deve reagire, guardare i lati positivi e lavorare. E soprattutto crederci, non vedo un’altra strada. Anche se non mai giocato in serie A mi sento già pronto per giocare nella massima divisione. Andare via da Lecce dopo aver vissuto un anno da protagonista è stato inaspettato. Ma essere qui non è di meno di Lecce. Stiamo creando le basi e fare parte di questa nuova base è un onore per me e spero di arrivare in alto. Quando si costruisce una casa si inizia delle fondamenta”

Caratteristiche tecniche
“Sono un esterno offensivo, a Venezia ho realizzato otto gol, lo scorso anno nel Lecce ne ho fatto sei, poi mi sono infortunato e sono stato fuori. È vero che non faccio molti gol, ma è anche vero che un giocatore può essere importante al di là delle reti che realizza. Sicuramente voglio migliorare quello che ho fatto finora. Per me fare la corsa in più per il compagno è altrettanto importante, anche per dare un segnale alla squadra che ci vuole sacrificio e dedizione. A volte pecco di lucidità davanti la porta per questo motivo. Quest’anno sono in uno staff preparatissimo con il quale ho già lavorato ed oltre a migliorarmi ogni giorno in allenamento potrò chiedere consigli al Mister ed a Mario Alberto Santana.”

La maglia n.10
“Secondo me oggi la responsabilità non si deve avere per il nome o il numero di maglia che c’è dietro, ma per questo logo che si porta davanti. Questo è più importante del numero e chiunque indossa questa maglia, o è di Palermo o è di Bolzano, deve onorarla per la storia del club, per la Piazza e per questa gente. Tutti dobbiamo avere questa responsabilità. Sicuramente Miccoli e Zauli che hanno avuto il numero dieci sono stati giocatori importanti, di un’altra era. Ma non sono qui per raccogliere l’eredità di nessuno. Indipendentemente dal numero che ho scelto, mi sento pronto di indossare questa maglia, perché sono palermitano e voglio onorarla giorno dopo giorno, sia in campo che fuori, anche nelle piccole cose.”

Totò Schillaci
“Sono andato via molto piccolo e quando giocavo al Ribolla ho vissuto molto poco mio zio. Sono qui a Palermo perché sono Francesco Di Mariano e non perché sono suo nipote.”

Obiettivi stagionali
“Prima di pensare ai playoff, credo che sia più importante cercare di raggiungere 35/40 punti. Ci sono tante squadre che ambiscono alla promozione. E’ il mio settimo anno di B, gli ultimi due sono stati difficili e quest’anno lo sarà ancora di più. Dobbiamo avere l’umiltà di raggiungere prima la salvezza. Dobbiamo creare la squadra, poi il gruppo, poi pensiamo ad altro. Sono il primo a volere raggiungere la Serie A con il Palermo. Ma quest’anno è la rinascita, abbiamo alle spalle una società importante e quello che mi sento di dire è di raggiungere il prima possibile la salvezza, poi inizieremo a sognare tutti quanti insieme.”