LILLI MANZINI: la “Voce” della verità. Alla riscoperta della Meritocrazia

Intervista a cura di Ilaria Solazzo

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi e per voi de “Il giornale L’Ora” l’Artista Lilli Manzini.

Ilaria – Lilli Quando nasce la tua passione per il doppiaggio? 

Lilli – La mia più che una passione è un valore aggiunto al già grande amore per il cinema, il teatro, gli sceneggiati televisivi dagli anni ‘50 ai primissimi anni ‘80, che ho da quando ero piccola. Al momento nei miei hard disk da 4TB, ho oltre diecimila film, un centinaio di cartoni animati, sempre degli anni ‘70 e ‘80, ma ci metto anche I GRIFFIN che adoro e doppio, ho quasi tutti gli sceneggiati della RAI in b/n e parte a colori, soprattutto i gialli, infine, ho tutta la teatrologia di Romolo Valli, Eduardo De Filippo, Garinei e Giovannini…. Roba che certa gente, non sa nemmeno di cosa stia parlando, poveretti loro…. 

Lilli Manzini con suo nonno, il maestro Arturo Dominici

Ilaria – Dove ti sei formata? E quale ricordo ha dei tuoi inizi? 

Lilli – Mi sono formata lavorando. Ho cominciato da bambina nella sala di doppiaggio. I miei maestri sono stati mio nonno Arturo Dominici, mia zia Germana Dominici, Renato Izzo e il grandioso Peppino Rinaldi. Ai miei tempi era possibile imparare da questi grandi Attori con la A maiuscola; ti stavano vicino, ti davano le pacche sulle spalle per farti comprendere i ritmi della recitazione, ma soprattutto: C’ERA TEMPO E PERFETTA SINERGIA FRA QUALITA’ ED ESPERIENZA PER FARLO!!!! E’ stata la più bella formazione che abbia mai avuto.

Ilaria – Vi è un personaggio da te doppiato a cui sei maggiormente legata? Puoi svelarci il motivo? 

Lilli – Premettendo che non mi hanno mai distribuita (a volte volutamente) su attrici di successo, sono orgogliosa di comunicarti che sono la voce dell’80% delle protagoniste e coprotagoniste di numerosi Tv Movie, prodotti anch’essi da non sottovalutare. E a questo proposito ti dico che sono legata alla mia attrice più importante: Ashley Jones, con la quale ho intrapreso un bellissimo rapporto di amicizia; eh sì vedi, anche le attrici hollywoodiane, non da Oscar, sono umili. Io chatto e parlo con tutte le attrici alle quali ho dato la voce italiana, ed è una grandissima soddisfazione. E questo lo dico perché quello che realmente conta nella carriera di un doppiatore (umile), è che non importa CHI DOPPI, ma COME DOPPI. 

Ma voglio aggiungere una cosa importantissima!!!

Ho passato anni e anni a vivere di semplici soddisfazioni. A Dicembre 2021, ho vinto il Premio Internazionale Vincenzo Crocitti, come miglior Attrice Doppiatrice e Direttrice di Doppiaggio, e non smetterò mai di ringraziare il fondatore Francesco Fiumarella per questo onore che mi ha dato, specialmente perché lui, come me, si batte nel nome della Meritocrazia e dello Spettacolo Pulito. 

Se lo mettessero in testa gli altri fautori di Premi e Premi e Premi e Premi: non vanno premiati solo i primi attori o le prime attrici, come anche i soliti adattatori o i soliti direttori, solo perché tutti questi ti editano il film di circuito da Oscar o la serie tv stra-modaiola. NO PORCA MISERIA!!! I Premi vanno dati a rotazione, a TUTTI. Anche a quei doppiatori che non gli fanno fare più del Piccolo Ruolo, perché non lo ritengono capace di andare oltre le 20 righe, ma che a maggior ragione, facendolo, ha completato ANCHE con la sua voce, tale lavorazione che è stata premiata. Lo ripeto: non potrei essere più felice di così. VOGLIO L’UNIONE DELLA CATEGORIA….per quello che riguarda la giustizia e il rispetto per chi fa questo mestiere da anni e viene ugualmente bistrattato a causa del fatto che si ribella al “sistema servilistico”. 

BRAVI. RIBELLATEVI. VOI VALETE ANCHE DI PIU’ DEI RACCOMANDATI E DEI SERVI DEL POTERE IMPRENDITORIALE.

Lilli Manzini al Leggio

Ilaria – Quali sono le abilità richieste per poter svolgere questa professione? 

Lilli – In assoluto la capacità recitativa. Non finirò mai di dire quello che mi ha sempre insegnato nonno Arturo: PRIMA SI E’ ATTORI E POI DOPPIATORI! Bisogna prima fare l’Accademia d’Arte Drammatica o almeno il Centro Sperimentale e poi adibire ad una buona scuola di Doppiaggio, per arricchire l’Attore del suo bagaglio culturale, facendo esprimergli al meglio il suo innato talento (incompreso a volte)…. Al giorno d’oggi ci sono insegnanti che definisco moooolto diversi da un Orazio Costa, che era il RE dei Docenti sul piano artistico recitativo…ma questa è un’altra storia…

Ilaria – Quali sono le fasi di una sessione di doppiaggio? 

Lilli – Se per sessione intendi come si procede ad una lavorazione di doppiaggio. Te lo spiego così:

1) Il cliente fornisce la lavorazione da editare a quella società.

2) La società incarica un adattatore dialoghista, affinchè lo script della lavorazione sia tradotto in italiano e adattato in base alle labiali dell’attore da interpretare al leggio. Un adattamento fatto correttamente, è la base per poter far si che, soprattutto il doppiatore non si stanchi nell’interpretazione. Ancora meglio se l’adattatore è lo stesso Direttore di Doppiaggio.

3) Il materiale adattato, passa quindi ad un Direttore, scelto dalla società, che procede nel distribuire gli attori che presteranno la loro voce ai singoli personaggi. E qui c’è la nota dolente: in quest’epoca è molto raro essere scelti dai direttori, sui personaggi principali; il più delle volte sceglie il cliente, che se non ha le giuste conoscenze recitative, mette a rischio la qualità della lavorazione. Per fortuna, alcuni sono molto competenti. 

4) Il materiale adattato e distribuito, passa poi nelle mani dell’assistente al doppiaggio, che procederà al taglio del copione e a fare i piani di lavorazione.

5) Alla fine, arriva il momento del doppiatore, al quale non resta che dare la sua voce al personaggio che gli è stato affidato.

Ilaria – La dizione in questo campo è fondamentale, vero? 

Lilli – ASSOLUTAMENTE !!!! La dizione è la cosa più importante perché il prodotto da doppiare sia credibile. Purtroppo oggi si sentono molte inflessioni nordiche e romane, ma su questo non ci si può fare niente; la colpa è di chi distribuisce i propri “adepti”, invece di professionisti fuori dagli “schemi”, che hanno molta più esperienza di ragazzinetti ignoranti che amano andare al leggio per guadagnare facile o anche solo per notorietà e per gioco….bleah!!!

Ilaria – Quale tecnica utilizzi per calarti nel migliore dei modi nel personaggio a cui devi dare un anima ? 

Lilli – Essere me stessa, facendo tutto quello che fa la mia attrice. Mi è stato insegnato che bisogna fare Arte quando si recita un ruolo, e io mi attengo agli insegnamenti.

Peppino Rinaldi diceva che se la mia attrice si toccava la testa mentre parlava, io dovevo fare altrettanto e così via per ogni lavorazione che mi capitasse di doppiare… ancora oggi lo ringrazio di questo. E’ stato preziosissimo. Ma non dimentichiamoci MAI che questo lavoro va a DE GUSTIBUS. Ciascuno ha il diritto di farlo come crede, l’importante è la QUALITA’ e non la Tecnica….quella è solo un valore aggiunto. 

Ilaria – Puoi spiegare ai nostri lettori cosa significa recitare con la voce? 

Lilli – Significa dare la parte più naturale di te al personaggio che devi interpretare. Vedi, a differenza degli attori cinematografici e teatrali, gli attori doppiatori, sono una parte importante per la recitazione, proprio per il fatto che non ci mettiamo la faccia, ma solo la voce, dobbiamo essere praticamente perfetti sotto ogni aspetto interpretativo. Sono dell’idea che il Doppiatore, ha una grandissima responsabilità. Non è facile dare se stessi ad un altro essere umano mai visto e conosciuto, solo dandogli la voce. Molti pensano che il resto lo faccia l’attore, ma non è così! Per me, se un film o qualche altra lavorazione, vince premi importanti, è grazie soprattutto all’attore doppiatore. Sai quante volte mi è capitato di doppiare attrici cagne, che poi grazie alla mia voce sono risultate bravissime?!

Lilli Manzini in Direzione di Doppiaggio

Ilaria – Il mondo del doppiaggio in Italia è positivo o negativo? 

Lilli – Dipende dai punti di vista. 

Allora: dal punto di vista della Qualità, il doppiaggio in Italia è la cosa più bella e seria che esiste, per dar credito a lavorazioni, anche pessime. Il doppiaggio italiano è quello che io chiamo “la salvezza artistica recitativa”. 

Se poi vogliamo parlarne dal punto di vista della Realtà collaborativa fra colleghi, eh beh si, è un brutto ambiente, pieno di leccaculo, arrivisti, ipocriti, opportunisti, falsi, invidiosi e cattivi. E il bello è che l’Italia, o meglio, gli italiani, nemmeno se ne rendono conto di cosa c’è dietro; lo spettatore è solo uno spettatore. Non potrà mai immaginare le sofferenze, le frustrazioni e le ingiustizie, che noi doppiatori viviamo ogni giorno per riuscire ad andare al leggio. Qui si soffre cara Ilaria. E parecchio anche. Non siamo nel Paese delle Meraviglie di Alice, ma dentro al Teatrino delle Marionette di Mangiafuoco; come fai una mossa sbagliata o manchi dal posto di lavoro, per cause di forza maggiore, ti fanno fuori in men che non si dica, e allora tutti a fare salamelecchi e stupidaggini varie, per non sembrare troppo servili, anche se in realtà, c’è tanto dispiacere….alcuni colleghi sono costretti a perdere se stessi per non perdere il lavoro. 

Vuoi che ti dica qual è la parte veramente bella del doppiaggio italiano? I doppiatori che hanno dato inizio a tutto dagli anni 40 agli anni 80. 

Tu mi dirai che da sempre ci sono le cattiverie e le ingiustizie, Sì, certamente, ma almeno prima si verificavano con classe e savoir faire. In rari casi, risultavi anche simpatico.

La Doppiatrice Lilli Manzini

Ilaria – Che consiglio puoi dare ai ragazzi che vorrebbero intraprendere la tua stessa professione? 

Lilli – STU-DIA-RE !

Ilaria – Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti? 

Lilli – A questa domanda non ti posso rispondere come vorrei, perché non mi chiamo Gesù Cristo. Ma forse una cosa si può fare, e non serve che la regali io all’umanità; questa è già capace a farlo da sè: PREGARE. Tanto e soprattutto per chi fa del male per invidia, a chi fa del bene. La coscienza va protetta.

Ilaria – Un tuo sogno nel cassetto è…? 

Lilli – Devo ancora realizzare quelli nel mio armadio.

Lilli Manzini e Catherine Spaak

Ilaria – Cosa si annovera tra i tuoi futuri progetti? 

Lilli – cambiamo forma verbale e diciamo cosa si ANNOVEREREBBE…. Vorrei aprire una società di doppiaggio per far lavorare a rotazione, tutti i miei colleghi di doppiaggio, professionisti e non, che vengono trattati come dei rincoglioniti, perché non più giovani e già pensionati; che vengono bistrattati perché non facenti parte delle grazie di quei direttori con la Sindrome dell’Innamoramento Vocale; che vengono trattati senza il minimo rispetto meritocratico, solo perché non frequentano assiduamente le cricche che contano. Ma soprattutto farei lavorare tutti quei colleghi che hanno voci particolari, perché si sappia una volta per tutte, che sono proprio quelle voci a risultare speciali e quindi adatte per molti tipi di lavorazioni, specie i cartoni animati.

Eh però tutto questo potrei farlo solamente se riuscissi a trovare almeno un cliente fisso che mi dia il lavoro. Il cliente è fondamentale per noi artisti, in tutte le sue sfaccettature…capirai, è vero che sarebbe bello che ti distribuisse sempre il direttore, ma se aspetti che ti chiamino quei colleghi/direttori a cui stai sulle scatole solo per punto preso, stai fresco. 

Ehhh cara mia, come mi disse la mia adorata Catherine Spaak che conobbi in Fono Roma anni fa: “E’ molto difficile inserirsi, molto difficile. Devi trovare chi crede nelle tue capacità”. 

Per fortuna, almeno questo, sta accadendo. Le persone per bene esistono ancora, poche, ma esistono.

E con questo, ti abbraccio Ilaria e grazie dell’opportunità per questa intervista.

Di Roberto Dall’Acqua

Giornalista professionista dal 12 ottobre 1994