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Giovanni Battista Ignoffo, ex giocatore del Palermo nelle stagioni 1995-1996 e dal ’97 al 2000 e tecnico dell’under 17 dei rosanero dal 2017 sino a maggio 2019, ed ex allenatore del Benevento Giovanissimi e Primavera, dell’Avellino, del Siracusa e del San Luca è stato intervistato in esclusiva per TuttoPalermo.net, dal Direttore Rosario Carraffa, dove ha parlato di diversi argomenti.

Qual è il tuo pensiero sul Palermo?

“Il mio pensiero sul Palermo è che è una buona squadra e si può giocare sicuramente le sue carte con 2/3 innesti. Deve migliorare in trasferta”.

Quali possono essere le squadre che lotteranno fino alla fine per il primo posto in classifica in Serie C nel girone C?

“Bari, Avellino, Palermo e Catanzaro. Liete sorprese la Turris, la Virtus Francavilla ed il Monopoli”.

Pensi che sia importante intervenire nel mercato invernale per provare a rinforzare la squadra?

“Si, assolutamente, anche perché si devono avere alternative di pari livelli se si vogliono raggiungere traguardi importanti”.

Quale reparto si dovrà rinforzare?

“Per me la difesa e l’attacco, servono due perni centrali”.

Come reputi l’operato di Giacomo Filippi?

“A mio avviso sta facendo un discreto lavoro, i numeri sono dalla sua parte”.

Parlando di Serie A che campionato stiamo vivendo?

“In Serie A si sta vivendo un campionato sempre più equilibrato ed aperto, non c’è un monopolio. Napoli, Inter e Milan, stanno facendo grandi cose come l’Atalanta che continua a confermarsi ad alti livelli e che secondo me lotterà per lo scudetto insieme alle altre”. 

La Nazionale azzurra giocherà a Palermo contro la Macedonia del Nord, qual è il tuo pensiero al riguardo?

“Sulla Nazionale credo che è l’ambiente migliore per spingere la squadra verso il Mondiale. Cercherò per questa gara di essere presente al Barbera. E’ una Nazionale che mi piace molto”.

Dove vedremo Giovanni Ignoffo?

“Io spero di tornare ad allenare in Serie C già dalla prossima stagione, ma è sempre molto difficile, perché ci sono tante dinamiche incontrollabili. Oggi siamo in tanti ad allenare e sono sempre più convinto che la bravura sia importante, ma lo sono ancor di più i rapporti e le conoscenze che si hanno in questo mondo”.