di Roberto Dall’Acqua

Dalila Mancusi è un eccellente poeta che rapisce l’animo con le su liriche. È, specialmente, una persona schietta e solare. Conoscerla e parlare con lei di poesia, di letteratura e degli accadimenti della vita è un autentico piacere. – Dalila, il tuo desiderio di fare poesia come nasce?Credo sia sbagliato parlare di desiderio. Non mi sono svegliata una mattina con il desiderio di diventare una poetessa ma semplicemente ho quest’attitudine. Per me verseggiare è un’urgenza, una necessità impellente… è un bisogno primario come il bere, il mangiare e il dormire.  – Amore e morte: connubio indissolubile?Eros e Thanatos ossia pulsioni interiori dell’uomo delle quali ha ampiamente parlato la psicologia del profondo. D’altronde c’è un nesso tra la psicologia del profondo e la poesia.   

– “che assopisce le urla vendicative della rabbia/ intorpidisce questa collera così indomabile, mesta e solitaria”. Così definisci il tuo amore?La rabbia è transitoria mentre l’amore vero del quale parlo, non è racchiudibile in un’emozione passeggera, non è uno stato d’animo ma un sentimento granitico. – La tua “ansia appiccicosa come il miele” è da intendere come il “male di vivere” di Eugenio Montale?No, non credo. In Eugenio Montale il dolore al quale siamo condannati appare incurabile e forse per lui neanche la poesia può mitigare la sofferenza. Invece io credo che la poesia abbia un potere salvifico ed è per questo che mi occupo anche di poesia-terapia. – Perché hai titolato “Affezioni cosmiche” il tuo libro?Ci sono varie forme d’amore e ciascuna di esse ha infinite sfumature e credo che questo titolo sintetizzi ciò. 

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Di Roberto Dall’Acqua

Subito dopo il diploma di liceo classico sono correttore di bozze e poi redattore di musica, sport e spettacolo per testate locali. Mi occupo di cultura, musica e spettacoli a Radio A, emittente della Curia milanese. Dal 2013 collaboro con RadioTivuAzzurra e con Il Giornale del Ricordo dal 2016. Sono giornalista professionista dal 12 ottobre 1994.