Si è sempre discusso tanto sulla durata dell’adolescenza. Durante un meeting di studiosi che si è tenuto a Oxford, alcuni ricercatori hanno illustrato la loro teoria che stabilisce l’inizio dell’età adulta solo a 30 anni. 

Sembrano davvero finiti i tempi in cui a 18 anni si andava via di casa in cerca di moglie o marito e soprattutto di un lavoro. Oggi il lavoro è diventato uno step avanzato, mentre il supporto dei genitori è sempre più prolungato nel tempo. 

Questa ricerca che arriva dalla University of California a Los Angeles specifica che di certo il cervello di un ventenne non è quello di un trentenne. A 20 anni si è ancora molto suscettibili, mentre a 30 si dovrebbe acquisire una maggiore stabilità mentale. Tuttavia, analizzando diversi studi di neuroscienze si può affermare che fino ai 30 anni continuiamo a crescere. A influire su questa scansione ci sono sicuramente l’aspettativa di vita, il mercato del lavoro e molte altre variabili

La lingua è arrivata alla stessa conclusione e se in ambito anglofono si usa il termine young adults, giovani adulti per quelle persone biologicamente adulte, ma che per fattori sociali o comportamenti vivono ancora da giovani. In Italiano è stata creata la parola adultescenti per indicare gli stessi personaggi, adulti, ma eterni adolescenti.    

Il termine adultescenza è infatti un neologismo creato nel 2013, che indica lo stile di vita di chi, entrato ormai nell’età adulta, continua a comportarsi da adolescente, in sostanza si tratta di quei giovani tra i 25 e i 35 anni, considerati adulti fino pochi anni fa, ma ora non più secondo i cinque criteri per individuare il passaggio all’età adulta: conclusione degli studi, l’indipendenza finanziaria, l’abbandono della casa dei genitori, matrimonio e concepimento di un figlio.