di Giuseppe Messina

Massimiliano Acri torna – dopo la pubblicazione di brani di successo come “La paura di star bene” e “Miamiono?” – con “Il Peggio Di Me” (distr. Artist First), il suo nuovo singolo.

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Un viaggio introspettivo che prende vita da un conflitto interiore, dall’estenuante e continua lotta con se stessi, una battaglia persa in partenza senza che vi sia la presa di coscienza di ciò che sta accadendo dentro di noi, il tutto in antitesi con una prodizione delicata, che accarezza il cuore.

Massimiliano contro Massimiliano, il contrasto tra empatia ed individualismo, tra pace e rabbia, un’ossessione che priva i sentimenti di bellezza e colori, a favore di «un cielo che ha solo spazi neri».

La sensazione di allontanarsi da ciò che siamo – «mi sto allontanando dal riflesso di me stesso» – quando «rabbia e paura hanno il controllo» lasciandoci inermi; guardare sé stessi al di fuori del proprio corpo, con gli occhi di un osservatore esterno, quell’«uguale a me che mostra tutto quello che vorrei nascondere», quella parte di noi riflessa nello specchio dei nostri difetti, dei nostri sbagli, di una vita «quasi esplosa, come una supernova», a cui spesso ci aggrappiamo solo per evitare il confronto, il dialogo con la persona che temiamo di più, la stessa riflessa in quello specchio, la stessa che ci ha portati a questo crash test.

«Verità passate che mi fanno male come pugnalate», il passato che torna e presenta il conto, il computo di errori e di cattiverie “sparate” «senza mirare al bersaglio giusto, per non cadere o perdere del tutto», sbagli a cui porre rimedio in un solo modo, la consapevolezza: «cercare di capire cosa mi spezzi il cuore e prevenire il dolore (…) Sono perso in me stesso e non trovo l’uscita, qualcuno inventi il paradiso, o almeno un’altra vita», così da poter guardare quel riflesso maligno allo specchio e gridargli che ciò «che non mi serve sei te e questa lacrima giuro che è l’ultima e poi chiuderò in te il peggio di me».

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