(di Giuseppe Messina)

Altro appuntamento con il cartellone artistico 2018/2019 del Teatro Cantunera con la direzione artistica di Dario D’Oca. Sabato 26 gennaio sul palcoscenico del teatro di piazza Monte Santa Rosalia, 12 alle ore 21:00, si terrà  “Tarakè, di semi sparsi al vento”, il nuovo concerto della cantautrice ennese che presenterà il suo nuovo lavoro discografico (Targa Tenco 2018 come miglior album in dialetto) tra canzone d’autore e world music per raccontare di viaggi, di speranza, di coraggio e di cambiamento, “di semi sparsi al vento”, quei semi come sogni e come segni, volati via dalla corolla del dente di leone, il tarassaco, il nuovo fiore simbolo scelto per questo nuovo percorso artistico. Brani ben piantati per terra, che raccontano storie coraggiose, amori fecondi, finestre sul reale e sul possibile, desideri e volontà. Francesca Incudine è una cantautrice siciliana, tra le giovani realtà più interessanti della world music italiana. E’ un’artista sensibile e inquieta, come il titolo del suo disco, TARAKE’ (Isola Tobia Label): una parola che deriva dal greco e significa scompiglio, turbamento, ma che si trasforma quando incontra il suffisso “akos” (rimedio), diventando “tarassaco”, il nome di un fiore che ha in sé il problema e la sua soluzione. È quel fiore conosciuto anche come soffione, che pare esaudisca i desideri quando, grazie ad un alito, i suoi semi si disperdono nel vento. “Così, come quei piccoli semi, sono venute fuori – racconta Francesca Incudine – le canzoni di questo disco. Undici piccole guerriere che raccontano di coraggio e di come le cose cambiano solo se veramente vogliamo che cambino. Undici quadri sonori per restituire un po’ di ciò che ero e di ciò che voglio essere, rispondendo ancora una volta ad una promessa fatta a me stessa: quella di essere autentica”. E, seguendo la traiettoria dei batuffoli di tarassaco, Francesca Incudine è partita alla ricerca di storie e di emozioni da raccontare, per lo più in siciliano, nelle tracce del disco: le operaie della TriangleWaist Company di New York morte in fabbrica avvolte dalla fiamme; i dubbi di Colombo e Gutierrez che, in una immaginaria conversazione, si interrogano sulle ragioni del viaggio; il dramma dell’immigrazione e il coraggio dell’umanità; la voglia di cambiamento; la forza dell’amore quando è appartenenza e non possesso; la capacità di trasformare le “cadute” in danza; il tempo che passa vissuto con la leggerezza dell’infanzia. È un disco che racconta l’impegno di vivere Tarakè, ma lo racconta con la delicatezza e la levità dei semi nel vento.

Con Francesca Incudine (percussioni e voce), anche Carmelo Colajanni ai fiati, Nicola Merlisenna alla chitarra e Raffaele Pullara alla fisarmonica e al mandolino.

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