Il primo trapianto di testa su un uomo verrà eseguito nel mese di dicembre 2017 dall’italiano Sergio Canavero, neurochirurgo all’ospedale Molinette di Torino. Il professore, che afferma di aver messo a punto una tecnica rivoluzionaria per questo intervento, eseguirà l’operazione in Cina presso l’Università Medica di Harbin. Per il professore la stragrandissima maggioranza di quello che si pubblica oggi è assolutamente irrilevante dal punto di vista scientifico. Canavero è direttore del Gruppo Avanzato di Neuromodulazione, un centro di ricerca con sede a Torino, ed ha scritto un articolo scientifico in cui propone una tecnica di fusione della colonna vertebrale.

C’è già un volontario pronto a farsi trapiantare la testa, si tratta di Valery Spiridonov, un programmatore russo di 31 anni che soffre della sindrome di Werdnig-Hoffman (la più grave forma di atrofia muscolare spinale), una condizione genetica neurodegenerativa che colpisce nervi e muscoli. Il volontario non è in grado di camminare sin da quando aveva un anno. L’uomo si è proposto come volontario nel mese di aprile. Il corpo su cui sarebbe innestata la sua testa sarebbe invece quello di un donatore attualmente in condizione di morte cerebrale. Le difficoltà ovviamente sono innumerevoli: bisognerà riuscire a tenere vivo il cervello durante il trasferimento, unire i due midolli spinali spezzati e farli comunicare, impedire al corpo di rigettare la testa. E queste sono solo alcune delle difficoltà scientifiche a cui andrà incontro Canavero. Poi ci sono come è normale che sia anche problemi etici ed economici. Canavero propone di raffreddare la testa ed il corpo del donatore per limitare i danni alle cellule causati dalla perdita di ossigeno, e di fondere i midolli spinali con un procedimento chiamato GEMINI, che sfrutta PEG e stimolazione elettrica e che, in altri studi, ha mostrato di promuovere la riparazione del midollo spinale. Qualsiasi trapianto è ovviamente un intervento di difficoltà estrema, ma il trapianto di testa sarebbe in cima ad un’ipotetica classifica.

L’intervento richiederà 36 ore ed il lavoro di 150 persone. Come spiegato da Canavero, saranno coinvolti due interi team chirurgici: il primo si focalizzerà su Spiridonov e l’altro sul corpo del donatore, un paziente cerebralmente morto e selezionato sulla base di altezza, corporatura e profilo immunologico. Entrambe le persone saranno sotto anestesia, collegate a macchine che permetteranno di conservare l’attività cerebrale e cardiaca. La testa di Spridonov sarà a quel punto congelata, rendendolo di fatto cerebralmente morto come il donatore, per un tempo limitato. Il sangue verrà drenato dal suo cervello mentre la circolazione sanguigna nel resto del corpo verrà fermata, ma ancora l’operazione vera e propria non sarà ancora iniziata, infatti il primo momento fondamentale sarà quello del taglio di entrambi i midolli spinali, che sarà eseguito con una nanolama in diamante da 200.000 dollari messa a punto alla University of Texas. Questa fase sarà particolarmente impegnativa per le due squadre coinvolte: una volta che la testa di Spiridonov sarà stata asportata, ci sarà appena un’ora di tempo per riattaccarla sul nuovo corpo. La comunità scientifica rimane scettica sulla reale fattibilità di questo intervento.

Rosario Carraffa

 


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